Le zone blu del mondo (e altre curiosità di cultura generale)
Cultura Aumentata - Newsletter n° 93 - Tempo di lettura: 6 minuti
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- Un fatto strano ma vero -
💡 In Giappone ci sono circa 5,5 milioni di distributori automatici. Si trovano ovunque e vendono di tutto, dalle bibite agli ombrelli fino alle uova fresche.
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- La domandina -
🕵️♂️ Qual è la montagna più alta del sistema solare?
a) Monte Olimpo su Marte
b) Monte Everest sulla Terra
c) Monte Maxwell su Venere
d) Mauna Kea sulla Terra
(Trovi la risposta in fondo alla newsletter)
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- La curiosità della settimana -
Le “zone blu” del mondo
Le “zone blu” sono aree geografiche del mondo in cui le persone tendono a vivere più a lungo rispetto alla media globale, con un numero sorprendentemente alto di centenari in buona salute.
Queste aree, identificate per la prima volta dal demografo belga Michel Poulain e dal medico sardo Gianni Pes, sono così chiamate perché il termine venne coniato disegnando in blu i confini di queste zone su una mappa.
Quali sono le 5 zone blu?
Okinawa, Giappone (L’isola dove essere anziani è un onore. Record mondiale di ultracentenari in salute)
Sardegna, Italia (Concentrazione record di centenari maschi)
Nicoya, Costa Rica
Ikaria, Grecia (L’isola dove “ci si dimentica di morire”)
Loma Linda, California (sede di una comunità di Avventisti del Settimo Giorno)
I segreti delle zone blu
Cosa accomuna questi luoghi così lontani tra loro? Ecco i principali tratti che emergono come ben radicati nelle culture locali:
Alimentazione naturale e moderata: la dieta nelle zone blu è principalmente a base vegetale, con poche proteine animali, pesce e molta frutta, verdura, cereali integrali e legumi. In alcune culture si pratica anche il “hara hachi bu”, ovvero il mangiare fino all’80% della sazietà, evitando eccessi.
Attività fisica costante e moderata: la popolazione nelle zone blu non passa il tempo in palestra, ma integra l’attività fisica nella vita quotidiana. Che sia coltivare un orto, camminare in collina o semplicemente fare le faccende domestiche, il movimento è parte della routine di tutti.
Forte senso di comunità e famiglia: le relazioni sociali solide, sia all’interno della famiglia che nella comunità, contribuiscono alla felicità e riducono lo stress.
Uno scopo nella vita: avere un obiettivo che vada oltre il semplice vivere, è fondamentale. In Giappone è noto come “ikigai”, mentre in Costa Rica come “plan de vida”. Nelle zone blu ogni persona sembra avere una ragione per svegliarsi al mattino, che sia la famiglia, un’attività creativa o il desiderio di prendersi cura della comunità.
Questa combinazione di fattori – dieta, esercizio costante, legami sociali e un senso di scopo – sembra avere un impatto diretto sulla longevità e sulla qualità della vita di tutta la popolazione.
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- Cultura generale in pillole -
Le mucche sacre in India
In India, paese che ospita la più grande popolazione bovina al mondo, le mucche non sono semplici animali da allevamento. In un territorio dove oltre 200 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, circa 5 milioni di mucche vagano liberamente per le strade, rispettate e protette da tutti.
Le radici della sacralità
La sacralità della mucca trova le sue origini nelle antiche scritture indù, che ne sottolineano l’importanza sia spirituale che materiale.
I Veda: nei testi sacri più antichi dell’Induismo, come il Rigveda, la mucca è spesso chiamata “ghnya”, che significa “inviolabile”. Viene celebrata come simbolo di ricchezza, prosperità e abbondanza. Un inno famoso recita: “Le mucche sono madri dei tori e delle persone, sono le figlie di Prajapati (il Signore delle creature), il respiro della vita stessa”.
Le Upanishad: questi testi filosofici enfatizzano il principio dell’Ahimsa, la non violenza verso tutti gli esseri viventi. La mucca, essendo una creatura gentile che offre senza chiedere nulla in cambio, incarna perfettamente questo ideale.
Il Mahabharata: in questo poema epico, le mucche sono descritte come fonte di giustizia. Un aneddoto narra di re che donavano mucche come atto di carità suprema, credendo che questo gesto avrebbe garantito loro una posizione privilegiata nel regno celeste.
I Purana: nei racconti mitologici, la dea Kamadhenu è la mucca divina capace di esaudire tutti i desideri. Si dice che sia emersa durante il mescolamento dell’oceano di latte, un mito che rappresenta la creazione dell’universo. Kamadhenu è vista come la madre di tutte le mucche, simbolo di abbondanza e generosità.
Krishna e il legame con le mucche: Krishna, una delle divinità più amate nell’Induismo, è spesso raffigurato come un giovane pastore di mucche, noto come Govinda (“colui che protegge le mucche”) o Gopala (“il pastore”). Le storie dello Srimad Bhagavatam narrano le sue avventure nei villaggi rurali, dove suona il flauto circondato da mucche incantate dalla sua musica.
Un viaggio nel tempo
Immagina di tornare indietro di 4.000 anni, nell’antica civiltà della Valle dell’Indo. La mucca era il pilastro dell’agricoltura e della sopravvivenza. Forniva latte, burro chiarificato (ghee), formaggio, concime naturale e forza di trazione. Chi sopprimeva una mucca, distruggeva di fatto il sostentamento di un intero gruppo di persone. Da qui il passaggio da “animale utile” ad “essere sacro”.
Implicazioni nella vita quotidiana
In molti stati indiani esiste un divieto assoluto di macellazione delle mucche, con pene severe per chi viola la legge.
La sacralità della mucca ha contribuito alla diffusione del vegetarianismo. Molti indiani evitano la carne bovina per rispetto religioso. Tuttavia questo influenza significativamente la cultura culinaria locale.
In alcune regioni, esiste la tradizione di chiedere perdono alle mucche per eventuali offese arrecate durante l’anno, in un rituale che sottolinea il rispetto e la sacralità attribuiti all’animale.
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- Cultura generale in pillole -
La leggenda della pizza Margherita
La nascita della pizza più comune di tutte è legata a una leggenda che risale al 1889, quando la regina Margherita di Savoia e suo marito, il re Umberto I, visitarono Napoli.
Durante il soggiorno, si dice che la regina fosse curiosa di assaggiare il piatto più popolare del posto: la pizza, considerata all’epoca un cibo semplice e “povero”, molto amato dai napoletani.
Il pizzaiolo Raffaele Esposito, della pizzeria “Pietro e basta così” (oggi Pizzeria Brandi), fu incaricato di preparare una selezione di pizze per onorare la sovrana. Esposito selezionò tre varietà: una con aglio e olio, una con acciughe e una con pomodoro, mozzarella e basilico, in modo da rappresentare i tre colori della bandiera italiana. Quest’ultima versione piacque particolarmente alla Regina Margherita, la quale apprezzò sia i sapori sia il richiamo patriottico.
In onore della regina, Esposito decise di chiamare questa nuova combinazione di ingredienti “Margherita”.
Sebbene ci siano dubbi sulla veridicità della storia, una lettera di ringraziamento firmata da un funzionario reale testimonierebbe la visita e il gradimento della regina verso le proposte del pizzaiolo Esposito.
Fine!
P.S. La risposta corretta della domandina è… 🥁🥁🥁
a) Monte Olimpo su Marte
Con i suoi 25 km di altezza, il Monte Olimpo su Marte è quasi tre volte più alto del Monte Everest (8,8 km).