Senza queste invenzioni, l’arte non sarebbe la stessa (10+1 curiosità)
La tua dose settimanale di cultura generale! || Edizione del 139° giovedì || 5 min. di lettura
Genio artistico? Sì, ma con un aiutino!
Quando guardiamo un capolavoro, vediamo solo il risultato finale: colori, forme, emozioni. Ma raramente pensiamo al dietro le quinte.
La storia dell’arte è anche la storia di ricette, strumenti e invenzioni che hanno reso possibile l’opera, e anzi, hanno proprio cambiato il modo in cui l’artista immagina.
Ma allora l’arte non è mai solo ispirazione: è anche tecnica, materia, tecnologia. E queste pillole ne sono la prova.
🍷 Che storia!
L’aneddoto della settimana.
L’encausto: dipingere con la cera d’api
L’encausto è una delle tecniche pittoriche più antiche e meno conosciute.
Si riferisce al metodo di legare i pigmenti colorati con cera d’api fusa, che viene poi applicata e “fissata” con il calore. Il suo nome deriva dal greco enkauston, che significa “bruciare dentro”, e fu una tecnica diffusa in diverse civiltà antiche, dalla Grecia classica all’Impero Romano, fino all’Egitto ellenistico.
La vera magia dell’encausto si rivelava nel tempo: la cera, una volta solidificata, forma una patina naturale che preserva i pigmenti dall’aria, dall’umidità e dai danni dell’invecchiamento. Le opere non solo mantenevano la vividezza dei colori per secoli, ma acquisivano anche una profondità e una luminosità particolari.
Nelle necropoli del Fayyum in Egitto furono rinvenute migliaia di ritratti funerari in stile ellenistico conservati alla perfezione: i volti sembrano ancora oggi vivi e intensi, con occhi che “guardano” lo spettatore come fotografie ante litteram.
Caduta in disuso per secoli, la tecnica è stata riscoperta in epoca moderna: affascina ancora artisti e restauratori proprio perché è una tecnologia antichissima capace di fermare il tempo.
⚡️ Pillole 10 x 10 → Invenzioni che hanno permesso all’arte di evolversi
Dieci curiosità da dieci secondi. Per conoscere, stupirsi, riflettere.
La tempera all’uovo. Per secoli il tuorlo d’uovo fu il segreto della pittura europea: è stata la tecnica pittorica dominante dal Medioevo al Rinascimento, caratterizzata da colori brillanti e grande resa dei dettagli. Il legante a base di tuorlo d’uovo permetteva un’asciugatura rapida e una conservazione eccellente nel tempo.
L’affresco. Colori stesi su intonaco fresco, che si fissano chimicamente alla calce. Una tecnica che ha reso possibile la decorazione di grandi superfici murarie con una durata millenaria. La calce assorbe CO₂ e si trasforma in carbonato di calcio, fissando i pigmenti e creando un legame indissolubile che ha preservato capolavori come la Cappella Sistina.
La prospettiva lineare. Nel Quattrocento, Brunelleschi, Alberti e Piero della Francesca codificarono le regole per riprodurre la profondità su una superficie piatta. Questa innovazione ha segnato il passaggio dall’arte medievale simbolica a quella rinascimentale naturalistica e matematicamente calcolata, influenzando secoli di pittura occidentale.
Pittura a olio. Gli oli vegetali come legante permettevano tempi di lavorazione più lunghi, sfumature impercettibili ed effetti di trasparenza impossibili con altre tecniche. Una tecnica perfezionata dai maestri fiamminghi del XV secolo. Jan van Eyck ne fu maestro: i suoi ritratti rivelano una trasparenza della pelle e riflessi di luce che sembrano fotografici.
Fusione a cera persa. Questa tecnica permetteva di ottenere sculture in bronzo di grandi dimensioni e dal dettaglio minuzioso: prima si modellava la figura in cera, poi la si ricopriva di argilla e si colava dentro il metallo fuso. La cera si scioglieva (“persa”), lasciando solo il bronzo. Così nacquero sculture in bronzo di straordinaria complessità e dettaglio fin dall’antichità, dai Bronzi di Riace al Marco Aurelio equestre.
Lo stucco. Una miscela di calce, gesso e polvere di marmo. Ha permesso la decorazione architettonica con forme plastiche elaborate a costi contenuti, rendendola accessibile anche in edifici non monumentali.
L’invenzione della stampa: questa ha permesso la diffusione delle immagini e ampliato l’accesso all’arte. La xilografia (incisione su legno) e successivamente la stampa calcografica (su rame o zinco) hanno permesso la riproduzione di opere d’arte e la creazione di un nuovo linguaggio artistico specifico. Dürer e Rembrandt trasformarono il foglio stampato in forma d’arte autonoma, e i manuali illustrati diffusero tecniche e modelli a migliaia di apprendisti.
La camera ottica. Una scatola buia con una lente proiettava il paesaggio su un foglio, permettendo una precisione nella resa della realtà precedentemente impossibile. Artisti come Vermeer e Canaletto ne sfruttarono la precisione per studiare effetti di luce e prospettive, anticipando la fotografia. Questa innovazione ha influenzato profondamente la pittura en plein air dell’Ottocento.
Il tubetto di colore. Un’invenzione ottocentesca apparentemente banale: pittura già pronta, conservata in tubetti di stagno. Permise agli impressionisti di dipingere all’aperto, catturando istantaneamente luce e atmosfera.
L’invenzione della fotografia. Ha mutato radicalmente il mondo delle arti visive, liberando la pittura dall’obbligo della mimesi e spingendo gli artisti verso nuove ricerche espressive che hanno portato alle avanguardie del Novecento. La fotografia ha inoltre creato un nuovo linguaggio artistico autonomo.
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Capire l’arte contemporanea → Lunedì prossimo su Cultura 360.
Come siamo arrivati dai maestosi affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo alla banana attaccata al muro con lo scotch di Cattelan? Davanti a un’opera di arte contemporanea le tue aspettative di “maestria” tradizionale vengono deluse: tele graffiate, volti deformati, barattoli di conserva esposti come reliquie.
“Questo potevo farlo anche io”.
“Mi sembra uno scarabocchio”.
“Non mi piace l’arte moderna, non la capisco”.
Basta col sentirti preso in giro. La prossima settimana ti accompagniamo in un viaggio dallo scetticismo alla comprensione.
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A giovedì prossimo, con nuove curiosità in formato tascabile.
Giovanbattista & lo staff di Cultura Aumentata
È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina.
— Federico Fellini