L’emblema della Repubblica Italiana è un simbolo ricorrente che avrai sicuramente notato in una miriade di documenti ufficiali e loghi istituzionali:
Lo vedi sulla tua carta di identità…
nei documenti dei Tribunali della Repubblica…
sul sigillo di un notaio e di qualunque altro pubblico ufficiale.
O ancora, nel logo della Presidenza della Repubblica e del Presidente del Consiglio…
nelle targhe di tutti i Ministeri
nonché nell’insegna all’esterno delle caserme dei Carabinieri.
Scommetto che nonostante si tratti di un simbolo estremamente diffuso, non ti sei mai chiesto da dove derivi e quale significato abbia. Ebbene, siamo qui per questo!
Cos’è lo stemma della Repubblica Italiana

Lo stemma della Repubblica Italiana è uno dei 3 simboli patrii ufficialmente riconosciuti dallo Stato italiano. I 3 simboli patrii rappresentano l'identità nazionale e i valori fondamentali dell’Italia, e sono:
La bandiera italiana
Il Canto degli Italiani, cioè l’inno nazionale comunemente detto “Inno di Mameli”
L’emblema della Repubblica Italiana
Significato dell’emblema della Repubblica Italiana
L’emblema nazionale è composto da diversi elementi, ciascuno con una propria storia e un proprio messaggio allegorico. Vediamoli tutti uno ad uno e scopriamone il significato.
1) La ruota dentata
Partiamo dal simbolo sullo sfondo: una ruota dentata in acciaio. Questo oggetto rappresenta l’attività lavorativa, ed è un chiaro riferimento all’articolo 1 della nostra Costituzione:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.”
Non a caso l’ingranaggio si trova sullo sfondo: costituisce il fondamento su cui si basano i valori e i princìpi della Repubblica.
2) La ghirlanda
L'emblema è circondato da una ghirlanda composta da un ramo di olivo a sinistra e un ramo di quercia a destra, due specie dominanti nel patrimonio botanico del nostro Paese:
l’olivo rappresenta simbolicamente la pace, intesa sia all’interno sia all’esterno: concordia tra i cittadini italiani e fratellanza con gli Stati esteri.
la quercia rappresenta simbolicamente la forza e la dignità dell’Italia.
I 2 rami sono posizionati quasi a rappresentare allegoricamente un abbraccio, che ci stringe e tiene raccolti tra forza e pace.
Alla base della ghirlanda troviamo un nastro che stringe i due rami con un nodo e reca l’iscrizione “Repvbblica Italiana” con la rappresentazione latina della vocale “u” e il tipico testo in carattere lapidario romano.
3) La Stella d’Italia
Infine parliamo della stella a 5 punte, posizionata in primo piano, al centro dell’emblema.
Si chiama “Stella d’Italia” ed è nota anche come “Stellone”. È il simbolo più antico dell’intero territorio della penisola italiana, risalente alla mitologia greco-romana.
Lo Stellone era infatti rappresentato in cima al capo di Venere, la dea che per i greci personificava il territorio italiano. Nel corso della storia lo stesso simbolo continuerà più volte ad essere rappresentato sul capo della figura femminile che personifica l’Italia.
Va da sé che la Stella d’Italia sia stata collocata nel cuore dell’emblema nazionale, per richiamare le gloriose origini e rappresentare un destino di unità e indipendenza per il territorio italiano.
Ecco perché, ripercorrendo gli ultimi due secoli di storia d’Italia, notiamo diverse onorificenze, monete e medaglie al valore che riproducono direttamente il glorioso Stellone.
Come nacque l’emblema nazionale della Repubblica Italiana?
Ottobre, 1946.
L’Italia è appena stata proclamata Repubblica e ora si cerca un simbolo che la rappresenti a dovere. Il governo De Gasperi istituì una commissione speciale al fine di ottenere un emblema che potesse unire il Paese, al di là di qualunque divisione politica e ideologica.
Fu bandito un concorso nazionale, aperto a tutti. Le linee guida erano chiare: niente simboli di partito, la Stella d'Italia come elemento essenziale e l'ispirazione “dal senso della terra e dei comuni”. Ai primi 5 classificati del concorso sarebbe stato riconosciuto un premio di 10.000 lire (un premio più simbolico che economico, dato che nel 1946 tale importo aveva il potere di acquisto di 300 € odierni).
Risultato? Nessuna delle idee fu approvata.
Si bandì un secondo concorso nel 1947, e questa volta ci fu una proposta che ebbe la meglio. L’emblema vincente fu sottoposto ad alcune revisioni da parte dell’Assemblea Costituente e finalmente, il 5 maggio 1948, il presidente della Repubblica Enrico de Nicola firmò la “Foggia ed uso dell’Emblema dello Stato”:
“
Art. 1 - L'emblema dello Stato, approvato dall'Assemblea Costituente con deliberazione del 31 gennaio 1948, è composto di una stella a cinque raggi di bianco, bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale "Repubblica italiana".
”
In totale furono presentate oltre 800 idee, ognuna con una storia da raccontare, con un desiderio di rappresentare l'Italia in un simbolo duraturo e significativo. Centinaia di cittadini, professionisti e dilettanti, avevano deciso di partecipare a una grande mobilitazione creativa.
L’inventore dell’emblema
L’uomo che aveva superato questa fitta e spietata selezione si chiamava Paolo Paschetto.
Era piemontese di Torre Pellice, una località prossima al confine con la Francia, nota per essere il centro della chiesa evangelica valdese in Italia.
Paschetto era principalmente un artista decoratore, ma dimostrò una notevole versatilità nel mondo dell’arte, producendo di una vasta gamma di opere: dipinti, arazzi, mosaici, vetrate, francobolli. Durante la sua carriera si dedicò per molti anni anche all’insegnamento: fu professore di ornato presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.
Un artista poliedrico che sarà ricordato per essere l’inventore dell’emblema italiano.
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Ora che conosci i significati più profondi dell’emblema, potrai vivere un 2 giugno con rinnovata consapevolezza, ed emozionarti davanti al messaggio ricco di ideali, forza e unità che porta con sé l’emblema del nostro Paese, ogni volta che compare davanti ai nostri occhi.
Evviva la Festa della Repubblica!