Roma ai tempi di Cesare (10+1 curiosità)
La tua dose settimanale di cultura generale! || Edizione del 127° giovedì || 4 min. di lettura
📣 Piccoli cambiamenti, grandi impatti 📣
Ciao! Luglio segna il giro di boa dell’anno e, per l’occasione, abbiamo dato una rinfrescata alla newsletter. Niente rivoluzioni, ma un’evoluzione pensata per chi ama scoprire e collegare idee.
💡 Da oggi partiremo da un tema centrale e lo esploreremo con
una storia iniziale, per rompere il ghiaccio;
10 brevi pillole, a bassa intensità e ad alto tasso di curiosità;
e se il tema ti prende, troverai un’anteprima della newsletter del lunedì, dedicata agli iscritti del programma Cultura 360, per trasformare la curiosità in conoscenza strutturata.
Alla tua cultura (aumentata).
Giovanbattista
🍷 Che storia!
L’aneddoto della settimana.
Giulio Cesare, i pirati e… il riscatto al contrario.
Nel 75 a.C. il venticinquenne Giulio Cesare salpa verso Rodi per studiare oratoria. Al largo della Caria, l’odierna costa sud-occidentale della Turchia, viene catturato dai pirati cilici che chiedono 20 talenti d’argento per la sua liberazione.
Offeso dalla cifra (“non valgo così poco”), Cesare ordina ai pirati di alzare il riscatto a 50 talenti.
Durante i 38 giorni di prigionia, Cesare non si comporta certo come un ostaggio terrorizzato. Detta poesie, pronuncia discorsi, partecipa ai loro giochi di dadi. E tra una risata e l’altra, promette ai pirati che li avrebbe crocifissi tutti. Loro ridono, pensando sia solo un vezzo da patrizio arrogante.
Quando gli amici pagano finalmente il riscatto, Cesare viene liberato ma non torna a Roma con la coda tra le gambe. Recluta in fretta e furia una piccola flotta alleandosi con città costiere come Mileto, e riparte verso il mare. Rintraccia i pirati, li cattura e mantiene la parola: li fa crocifiggere, ma prima taglia loro la gola come gesto di pietà.
Fu il primo assaggio del suo carattere: carisma, decisionismo e ferocia che lo renderanno leggenda.
P.S. La cifra di 50 talenti (~1250 kg d’argento) era enorme, pari alle tasse annuali di una piccola città dell’Asia Minore.
⚡️ Pillole 10 x 10 → Roma ai tempi di Cesare
Dieci curiosità da dieci secondi. Per conoscere, stupirsi, riflettere.
Nell’anno 63 a.C. Roma contava circa 1 milione di abitanti: la prima megalopoli della storia occidentale. Acquedotti e Cloaca Maxima erano le infrastrutture nascoste che impedivano alla città di collassare.
Un legionario romano guadagnava 225 denari annui, il prezzo di due muli robusti. Dopo le campagne galliche Cesare alza la paga a 300 denari, un gesto chiave per la lealtà dei soldati.
Roma soffriva di ingorghi: carretti e muli intasavano il centro. Con la Lex Iulia municipalis (45 a.C.) Cesare proibì ai carri merci di transitare entro le mura dall’alba al vespro. Una ZTL ante litteram che ridusse la congestione, ma fece infuriare osti e vetturini.
Quando scriveva ai generali in Gallia, Cesare usava un cifrario: spostava ogni lettera di tre posizioni (A→D). Oggi lo chiamiamo proprio “cifrario di Cesare”, l’antenato di ogni crittografia moderna.
Il garum, salsa di interiora di pesce fermentate, sapeva di mare andato a male ma valeva oro: un’anfora di prima qualità poteva costare quanto un centurione guadagnava in un mese.
Il titolo “Caesar” diventerà sinonimo di imperatore; nel Medioevo sopravvive nei vocaboli “Kaiser” e “Czar”.
Il vino a Roma si beveva annacquato (rapporto 1 : 3) e aromatizzato con miele o resina; berlo “puro” era considerato barbaro e poco elegante. L’effetto collaterale positivo? Diluita, la bevanda riduceva l’assunzione di piombo rilasciato dalle anfore.
I prigionieri di rango senatorio godevano della custodia libera: erano sorvegliati in casa, ma autorizzati a ricevere amici, consumare vino e scrivere arringhe per la loro difesa.
Le legioni di Cesare marciavano a 120 passi al minuto con un carico da 45 kg. Percorrevano 30 km in un giorno cantando un “carmen” ritmato - spesso dai contenuti osceni - per sincronizzare il passo. Il centurione in testa dava il ritmo: un errore e la colonna ondeggiava come un millepiedi disorientato.
Solo il 20% della popolazione parlava il latino. Nelle province si usavano greco, osco e lingue celtiche. Le legioni comunicavano con 36 gesti codificati: un errore di traduzione poteva costare una battaglia.
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Cultura generale a 360°.
Giulio Cesare: l’uomo che condensò Roma in una sola persona. → Lunedì prossimo su Cultura 360.
Che cosa aveva in testa? Come ragionava? Cosa ricordare davvero di lui? In questo modulo seguiamo Cesare nella sua adolescenza, nelle tende della Gallia e nei banchetti dove la propaganda si serviva con il garum, fino ad entrare in Senato. Una rassegna su ciò che è importante e piacevole sapere per cultura generale.
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A giovedì prossimo, con nuove curiosità in formato tascabile.
Giovanbattista & lo staff di Cultura Aumentata
È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina.
— Federico Fellini