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I Presidenti della Repubblica italiana (🧩 Cultura Essenziale)

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dic 29, 2025
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Tra pochi giorni, come ogni anno, il Presidente della Repubblica parlerà al Paese con il tradizionale discorso di fine anno. È un rito civile che si ripete puntualmente dal 1949.

In vista di questo appuntamento, vale la pena fermarsi un momento a guardare indietro e ripercorrere la storia della Repubblica italiana attraverso i volti dei suoi Presidenti.

Ognuno di loro non è solo un nome in una lista istituzionale, ma il simbolo di un’epoca, di una crisi, di una speranza o di un cambiamento. Per questo li presentiamo come volti legati a momenti precisi della storia italiana: episodi, aneddoti e frasi celebri che aiutano a collocarli nel tempo e a fissarli nella memoria in modo naturale.

 


🧩 Cultura Essenziale

I Presidenti della Repubblica italiana

Una cronologia narrativa per riconoscere i volti e collocarli nel tempo.


 

1. Enrico De Nicola - Il Presidente che traghettò l’Italia verso la Repubblica (1946-1948)

Nato a Napoli nel 1877, giurista di grande prestigio, fu una figura di garanzia scelta per accompagnare l’Italia nel passaggio dalla Monarchia alla Repubblica. Il suo mandato coincise con la fase costituente e con la definizione delle prime basi istituzionali dello Stato repubblicano.

Enrico De Nicola fu il volto della transizione dalla Monarchia alla Repubblica. Ex presidente della Camera ai tempi del Regno, venne scelto proprio per la sua figura super partes.

  • È il Presidente del referendum del 2 giugno 1946 e della nascita della Costituente.

  • Un aneddoto famoso racconta che rifiutò di vivere stabilmente al Quirinale perché lo considerava “troppo monarchico”: preferì Palazzo Giustiniani.

  • Soffriva d’insonnia e di ansia, segno del peso enorme del momento storico.

  • Durante i primi mesi della Repubblica, firmava gli atti ufficiali con estrema lentezza e attenzione, arrivando a rileggerli più volte per paura di “sbagliare il tono”: temeva che ogni parola potesse essere interpretata come un attacco alla Monarchia.

👉 De Nicola è il Presidente del ponte tra le due Italie.


 

2. Luigi Einaudi - Il Presidente della sobrietà (1948-1955)

Economista e docente universitario, fu governatore della Banca d’Italia prima di diventare Presidente. Il suo settennato si colloca negli anni della ricostruzione e del consolidamento della nuova Repubblica.

Luigi Einaudi fu l’immagine dell’Italia che voleva rimettersi in piedi dopo la guerra. Economista liberale, firmò la prima Costituzione repubblicana entrata in vigore.

  • È il Presidente del Piano Marshall e della ricostruzione economica.

  • È celebre per il suo rigore morale: controllava personalmente i bilanci e ammoniva contro il debito pubblico.

  • Si racconta che, quando riceveva ospiti al Quirinale, spegneva personalmente le luci delle stanze inutilizzate per evitare sprechi di elettricità. In piena ricostruzione, mentre l’Italia chiedeva aiuti agli Stati Uniti, voleva dimostrare che lo Stato sapeva amministrarsi.

👉 Einaudi è il Presidente del buon esempio ai cittadini.


 

3. Giovanni Gronchi - Il Presidente che prova a cambiare rotta (1955-1962)

Toscano, nato nel 1887, proveniva da una lunga carriera politica nella Democrazia Cristiana. Il suo mandato si svolse durante il boom economico e segnò un’interpretazione più attiva del ruolo presidenziale.

Gronchi ruppe la tradizione del Presidente “notarile”.

  • È il Presidente del tentativo di apertura a sinistra, in piena Guerra Fredda.

  • Il suo mandato coincise con l’Italia del boom economico, ma anche con forti tensioni politiche.

  • Un episodio chiave fu il viaggio ufficiale a Mosca, visto con sospetto dagli Stati Uniti.

  • Durante un viaggio ufficiale negli Stati Uniti, la sua eccessiva autonomia diplomatica preoccupò l’amministrazione americana, che lo considerava poco allineato agli equilibri atlantici: un fatto raro per un Presidente italiano dell’epoca.

👉 Gronchi è il Presidente che guarda oltre i confini tradizionali.


 

4. Antonio Segni - Il Presidente della crisi silenziosa (1962-1964)

Docente di diritto e uomo delle istituzioni, fu più volte ministro e presidente del Consiglio prima di arrivare al Quirinale. Il suo mandato fu breve e collocato in una fase di forte tensione politica.

Segni governò in un momento delicatissimo.

  • È il Presidente dei timori di colpi di Stato e del controverso Piano Solo dei Carabinieri.

  • Nel 1964 venne colpito da un ictus durante un colloquio ufficiale, evento che scosse l’opinione pubblica.

  • Si dimise, lasciando l’idea di una Repubblica ancora fragile.

  • Nei mesi precedenti all’ictus, Segni era visibilmente provato e dormiva pochissimo: chi lo incontrava raccontava di un uomo ossessionato dall’idea che la democrazia italiana potesse crollare da un momento all’altro.

👉 Segni è il Presidente della paura istituzionale.


 

5. Giuseppe Saragat - Il primo Presidente socialista (1964-1971)

Nato a Torino nel 1898, antifascista e socialista riformista, ebbe una lunga esperienza parlamentare e diplomatica. Il suo settennato accompagnò una fase di relativa stabilità politica e di sviluppo sociale.

Saragat incarnò l’Italia che cambia senza rompersi.

  • Fu il primo Presidente socialista, eletto dopo 21 scrutini, in una votazione parlamentare tormentata.

  • Il suo mandato accompagnò la nascita dei governi di centrosinistra e importanti riforme sociali.

  • Uomo colto e antifascista storico, difese con forza la democrazia parlamentare.

  • Nel 1968, mentre gli studenti occupavano le università, rifiutò categoricamente l'idea di misure d'emergenza: disse che “la democrazia si difende con la democrazia, non sospendendola”. Una posizione che lo mise in contrasto con parte della DC.

  • Era noto per le sue lunghe conversazioni culturali con intellettuali e giornalisti: amava parlare di filosofia e letteratura più che di manovre politiche, rompendo l’immagine rigida del capo dello Stato.

👉 Saragat è il Presidente delle riforme moderate.


 

6. Giovanni Leone - Il Presidente travolto dalla cronaca (1971-1978)

Nato a Napoli nel 1908, avvocato e professore di diritto, fu Presidente del Consiglio e più volte Presidente della Camera. Il suo mandato si colloca negli anni più complessi della Repubblica, segnati da instabilità e conflitti sociali.

Leone venne eletto dopo 23 scrutini, segno di un Parlamento spaccato.

  • È il Presidente degli anni di piombo, tra terrorismo e instabilità.

  • Il suo nome resta legato allo scandalo Lockheed, che lo costrinse alle dimissioni. Solo anni dopo venne riconosciuta la sua estraneità ai fatti.

  • Dopo le dimissioni, visse per anni in un quasi totale isolamento pubblico, evitando apparizioni ufficiali; quando venne riabilitato, commentò amaramente che “l’opinione pubblica assolve sempre troppo tardi”.

👉 Leone è il Presidente sacrificato alla crisi morale degli anni ‘70.


 

7. Sandro Pertini - Il Presidente che parla al popolo (1978-1985)

Nato a Stella, in Liguria, nel 1896, fu partigiano, perseguitato dal fascismo e dirigente socialista. Arrivò al Quirinale dopo una lunga militanza politica, incarnando una figura di forte continuità con i valori della Resistenza.

Pertini fu il volto più iconico della Repubblica.

  • È il Presidente del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e della lotta al terrorismo.

  • Ex partigiano, rifiutò ogni formalismo e parlò agli italiani in modo diretto.

  • L’immagine di Pertini esultante in tribuna ai Mondiali del 1982 lo rese immortale.

  • Durante il sequestro Moro, arrivò a scontrarsi pubblicamente con Giulio Andreotti sulla linea della fermezza: in un colloquio al Quirinale, alzò la voce dicendo che “la Repubblica non può trattare con gli assassini”, chiudendo ogni margine di mediazione.

  • È celebre la sua frase: “Dietro ogni articolo della Costituzione ci sono giovani morti”.

👉 Pertini è il Presidente della Resistenza.


 

8. Francesco Cossiga - Il Presidente che spiazza tutti (1985-1992)

Giurista e docente universitario, ricoprì incarichi chiave, come ministro dell’Interno e Presidente del Consiglio. Il suo mandato attraversò la fine della guerra fredda e una fase di profondo ripensamento istituzionale.

Cossiga cambiò volto durante il mandato.

  • Nei primi anni fu istituzionale, poi divenne il “picconatore”.

  • Criticò apertamente la magistratura, i partiti e l’assetto dello Stato.

  • È il Presidente della caduta del Muro di Berlino e della fine della guerra fredda.

  • In una famosa intervista, dichiarò che il Presidente della Repubblica “non deve essere amato, ma temuto dalle istituzioni quando sbagliano”, frase che sintetizza perfettamente il suo ruolo di “disturbatore”.

👉 Cossiga è il Presidente che smonta il sistema dall’interno.


 

9. Oscar Luigi Scalfaro - Il Presidente dell’emergenza morale (1992-1999)

Nato a Novara nel 1918, magistrato di formazione, entrò in politica nel secondo dopoguerra. Venne eletto Presidente in un momento di grave crisi dello Stato e accompagnò il passaggio tra due stagioni politiche.

Scalfaro venne eletto all’indomani delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

  • È il Presidente della maxi-inchiesta Mani Pulite e del crollo dei partiti storici.

  • Difese la Costituzione contro derive populiste e personalistiche.

  • Quando esplose Tangentopoli, ricevette pressioni enormi per sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate. Resistette per mesi, convinto che un vuoto istituzionale in quel momento avrebbe aggravato la crisi. Alcuni leader politici lo accusarono di "immobilismo", ma lui non cedette.

  • Celebre il suo “Io non ci sto”, pronunciato in diretta TV contro proposte di revisione costituzionale che considerava pericolose.

👉 Scalfaro è il Presidente della legalità in mezzo al terremoto.


 

10. Carlo Azeglio Ciampi - Il Presidente dei simboli (1999-2006)

Nato a Livorno nel 1920, economista, fu governatore della Banca d’Italia e Presidente del Consiglio. Il suo mandato presidenziale si collocò in una fase di rafforzamento del ruolo internazionale dell’Italia.

Ciampi portò al Quirinale l’impostazione del banchiere centrale.

  • È il Presidente dell’ingresso nell'euro e della stabilizzazione dei conti pubblici.

  • Lanciò una vera campagna per la diffusione dell’inno nazionale e della bandiera.

  • Durante le celebrazioni pubbliche, invitava i cittadini a cantare l’inno nazionale senza imbarazzo, perché “un popolo che non riconosce i propri simboli è un popolo fragile”.

  • Durante un viaggio ufficiale in Germania, si presentò con la bandiera italiana appuntata sul bavero della giacca, gesto inedito per un Presidente italiano e che alcuni commentatori considerarono eccessivo.

👉 Ciampi è il Presidente che insegna i simboli.


 

11. Giorgio Napolitano - Il Presidente della doppia elezione (2006-2015)

Esponente storico del PCI poi PDS, fu parlamentare europeo e ministro dell’Interno. Il suo lungo mandato fu segnato dalla crisi finanziaria del 2008 e da un’instabilità politica costante.

Napolitano gestì la Repubblica durante la tempesta economica prima mondiale, poi europea.

  • È il Presidente della crisi finanziaria del 2008, dello spread e dei governi tecnici.

  • Nominò Mario Monti nel 2011, scelta che evitò il default ma creò tensioni politiche profonde.

  • Fu il primo Presidente rieletto nella storia repubblicana, nel 2013.

  • La rielezione avvenne dopo giorni di stallo parlamentare: Napolitano accettò con riluttanza visibile, dichiarando pubblicamente di considerarla "un sacrificio imposto dalle circostanze".

👉 Napolitano è il Presidente dell’emergenza economica.


 

12. Sergio Mattarella - Il Presidente della discrezione (2015-oggi)

Nato a Palermo nel 1941, giurista e docente, ha ricoperto incarichi parlamentari e ministeriali. Il suo mandato si svolge in un contesto di forti trasformazioni sociali e istituzionali, con la pandemia di Covid-19, diverse crisi di governo e una seconda elezione nel 2022.

Mattarella è l’emblema della sobrietà istituzionale.

  • È il Presidente della pandemia di Covid-19.

  • Ha gestito numerose crisi di governo, arrivando più volte a nominare presidenti del Consiglio non previsti dagli equilibri parlamentari.

  • Fratello di Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia nel 1980, porta con sé una storia personale forte.

  • Durante la pandemia, rifiutò ogni spettacolarizzazione del ruolo, scegliendo messaggi brevi e sobri, convinto che, in un momento di paura, lo Stato dovesse rassicurare, non impressionare.

  • Mattarella è il secondo Presidente rieletto, dopo Napolitano.

  • Nel 2022, dopo una settimana di votazioni inconcludenti, accettò la rielezione nonostante avesse esplicitamente dichiarato di non volerla: alcuni parlamentari raccontarono che sembrò “rassegnato più che onorato”.

👉 Mattarella è il Presidente della continuità necessaria.

 


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