I portici di Bologna
Edizione in anteprima della newsletter 2026
📣 Novità
Stiamo lavorando al nuovo piano editoriale per il 2026, ma non riuscivamo ad aspettare. Quella che stai per leggere è l’anteprima del nostro nuovo format settimanale. Si chiamerà “L’ingrediente”. In 2 minuti svelerà un meccanismo nascosto dietro le cose quotidiane.
Sarà la prima novità che ci accompagnerà nel 2026. Altre seguiranno presto…
I portici di Bologna
Quello che vedi
62 chilometri di passaggi coperti. Patrimonio UNESCO. Pianificazione urbanistica lungimirante che protegge i cittadini dal sole e dalle intemperie.
L’ingrediente
Espansione dei privati, non gentilezza pubblica.
Nel Medioevo Bologna esplode demograficamente.
L’università attira studenti, servono più case.
I proprietari cercano di ottenere più spazio abitabile.
Soluzione: costruire in aggetto, cioè espandere il primo piano sporgendo sulla strada.
Nel 1288 il Comune impone una regola: puoi espandere, ma devi costruire le colonne portanti e lasciare il piano terra come passaggio pubblico coperto.
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Il portico non è un dono alla città.
È il prezzo da pagare per togliere spazio alla strada.
Ogni proprietario guadagna metri quadri abitabili sopra.
La città guadagna uno spazio coperto continuo sotto.
Bologna non ha deciso di coprire le strade.
Ha regolamentato l’espansione edilizia trasformando l’interesse privato in bene collettivo.
Adesso lo sai. E non potrai più non vederlo.
📚 Fonte: Statuti del Comune di Bologna (1288), Patrimonio UNESCO (2021)
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Lo scopri ogni giovedì.
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