Ti sei mai chiesto come funziona una penna?
Si d’accordo, c’è l’inchiostro e serve per scrivere ma…
Perché si chiama “a sfera”? Perché a volte non scrive anche se c’è l’inchiostro? Con cosa si scriveva prima?
Oggi scopriamo l’origine e il funzionamento di uno strumento di precisione che diamo per scontato ogni giorno!
Perché si chiama penna a sfera?
Se osservi da vicino una qualunque penna noterai che è presente una piccolissima sfera incastonata nella punta.
Come funziona
La sfera incastonata è libera di rotolare all’interno del suo alloggiamento: quando inizi a scrivere con la penna, stai facendo rotolare la sfera grazie alla parte esposta che entra in contatto con la carta.
Dall’altro lato, all’interno alla penna, la sfera è a contatto con il serbatoio di inchiostro, e quindi da quella parte la superficie della sfera si “sporca” di inchiostro.
Con il movimento della penna, la sfera rotola e porta all’esterno la superficie sporca di inchiostro che a quel punto entra in contatto con la carta.
La carta “pulisce” la sfera sporca di inchiostro e ottieni così la scrittura.
L’alloggiamento della sfera è così preciso che dal suo interno riesce a trapelare all’esterno solamente uno strato microscopico di inchiostro, sufficiente per essere leggibile ma in grado di asciugarsi all’istante e di evitare sbavature.
Perché a volte la penna non scrive (e come rimediare)
Ora che sai come funziona una penna a sfera, ti sarà più chiaro perché si guasta e come puoi rimediare:
Se la penna non scrive, potrebbe esserci una bolla d’aria tra la sfera e il serbatoio di inchiostro, che lascia la sfera all’asciutto. (Puoi provare a agitare e scaldare la penna strofinandola tra le mani con la punta rivolta verso il basso.)
Se la penna non scrive e fa più attrito del solito, la sfera potrebbe essersi bloccata, magari per l’inchiostro secco. (Puoi provare a scrivere su una gomma per cercare di sbloccare la sfera.)
Se la penna perde continuamente inchiostro, probabilmente si è danneggiato l’alloggiamento di precisione, o la sfera stessa. In questo caso c’è poco da fare…
Ma in realtà parliamo di situazioni limite: l’affidabilità di una penna a sfera, paragonata al suo costo di vendita, è davvero notevole!
Quando nasce?
L’inventore della penna a sfera è un giornalista e pittore ungherese: László József Bíró. (Dal suo cognome deriva un termine che usiamo per indicare la penna: biro!).
Il signor Bíró fu ispirato proprio dal gioco delle biglie: osservò che quando una biglia attraversava una superficie bagnata lasciava dietro di sé una scia perfetta.
Nel 1938 brevettò una prima versione di una penna basata su questo funzionamento, ma l’invenzione definitiva e pienamente affidabile risale al suo brevetto del 1943.

Prima cosa c’era?
Come si scriveva prima dell’avvento della penna a sfera?
Gli strumenti più diffusi erano la penna stilografica e la penna a immersione con la tipica boccetta di inchiostro.
Entrambe le soluzioni erano più scomode perché richiedevano una ricarica continua e rischiavano di sporcare facilmente la carta, le mani o i vestiti, poiché l’inchiostro utilizzato non è dosato e impiega più tempo per asciugare.
Dopo un’adozione progressiva e a macchia di leopardo, la vera diffusione mondiale della penna a sfera si ebbe negli anni ’60 con la Bic Cristal, una penna a basso costo prodotta dal barone Marcel Bich che aveva acquistato da Bíró i diritti di sfruttamento della sua invenzione.