La vera storia della mela di Newton (e altre curiosità di cultura generale)
Cultura Aumentata - Newsletter n° 78 - Tempo di lettura: 3 minuti
- Strano ma vero -
💡 Alcune specie di formiche possono sollevare oggetti che pesano 50 volte il loro corpo. Come se un essere umano potesse sollevare un oggetto da 3500 kg!
- La domandina -
🕵️♂️ Quale metallo è il migliore conduttore di elettricità?
a) Alluminio
b) Rame
c) Oro
d) Argento
(Trovi la risposta in fondo alla newsletter)
- Cultura in pillole #1 -
La leggenda della mela di Newton (e l’albero della gravità)
La famosa mela che ispirò Isaac Newton a formulare la teoria della gravità nel 1666, apparteneva a un albero che esiste ancora oggi: si trova a Woolsthorpe Manor, la casa natale di Newton, nel Lincolnshire.
La chiusura di Cambridge
Nel 1665 un’epidemia di peste nera colpì l’Inghilterra, costringendo la chiusura dell’Università di Cambridge. Tra i molti studenti tornati a casa per evitare il contagio c’era il giovane Isaac Newton. Nella sua casa natale, il giovane si dedicò a esperimenti di fisica nel piccolo laboratorio che aveva allestito.
L’evento della mela raccontato da Newton
In uno scambio epistolare tra Newton e il suo amico William Stukeley emerge la seguente versione dei fatti.
Un giorno, mentre si trovava assorto nei suoi pensieri, Newton osservò una mela mentre si distaccava dai rami e cadeva a terra. Questo semplice evento scatenò una serie di riflessioni profonde sulla natura della gravità. Il giovane si chiese perché le mele cadessero sempre perpendicolarmente al suolo, e non lateralmente o verso l’alto. Da questa osservazione nascerà la legge della gravitazione universale, una delle teorie scientifiche più importanti di tutti i tempi.
Perché abbiamo tutti in mente che la mela sia caduta in testa a Newton?
Perché questa versione dei fatti è raccontata da Voltaire. Nelle sue “Lettere inglesi” del 1734, Voltaire racconta la storia della mela caduta sulla testa per illustrare con un tocco più drammatico e plateale il momento dell’ispirazione di Newton sulla legge di gravitazione universale. Ma si tratta di un dettaglio che non trova conferma nei racconti di Newton.

L’albero di Newton esiste ancora oggi
“L’albero della gravità” è ancora lì, nel frutteto di Woolsthorpe Manor, come testimone silenzioso di quel momento che cambiò per sempre il corso della scienza.
Oggi la tenuta di Woolsthorpe è di proprietà del National Trust inglese (un po’ come il FAI da noi) e dunque è possibile visitare un luogo che fu pietra miliare per il progresso scientifico.
- Cultura in pillole #2 -
Come è fatto il vetro antiproiettile?
I vetri antiproiettile sono in realtà costituiti da uno o più strati alternati di vetro e materiale plastico, come il policarbonato, uniti tramite un processo chiamato laminazione.
Gli strati di vetro sono rigidi e fragili, mentre quelli di plastica sono elastici e resistenti. Quando il proiettile impatta, lo strato di vetro si incrina, mentre lo strato successivo di policarbonato assorbe e disperde l’energia dell’impatto.
Dunque una struttura a sandwich di vetro e plastica mantiene la trasparenza, distribuisce l’energia dell’impatto e impedisce lo sfondamento da parte del proiettile (o di altri corpi).
- Cultura in pillole #3 -
Australia e Austria: perché hanno nomi simili?
In realtà i due nomi sono simili per caso! L’origine dei nomi è completamente indipendente e deriva da contesti storici distinti:
Austria: Il nome “Austria” è la versione italianizzata del termine tedesco “Österreich”, che significa “Regno d’Oriente”. Questo nome fu utilizzato per la prima volta nel XII secolo per indicare i territori orientali del Sacro Romano Impero.
Australia: Il nome “Australia” deriva da “Terra Australis”, che significa “Terra del Sud”. Il termine era utilizzato dagli antichi geografi per indicare una terra immaginaria a sud del mondo conosciuto. Fu solo nel XVIII secolo, con l’esplorazione dell’Oceano Pacifico da parte degli europei, che il nome venne assegnato al continente attuale.
P.S. La risposta della domandina è:
d) Argento
L’argento è metallo con la migliore conducibilità elettrica. La ragione risiede nella sua struttura atomica: gli elettroni liberi nel reticolo cristallino dell’argento si muovono più facilmente rispetto a quelli di altri metalli. Il costo elevato limita l’uso dell’argento a specifiche applicazioni dove l’efficienza è critica, come componenti elettronici di alta precisione e connettori specializzati.