Generazione X, Baby Boomer, Millenial... sono definizioni che avrai probabilmente sentito sui giornali, in televisione o nelle conversazioni.
Oggi parliamo di sociologia, esploriamo il concetto di generazione e passiamo in rassegna i termini più utilizzati.
Conoscere le generazioni significa anche possedere un tassello in più per essere tolleranti e comprensivi verso gli altri, promuovere una comunicazione più efficace, imparare dai punti di vista di chi ha una visione del mondo diversa dalla nostra e che noi non potremo mai avere, semplicemente perché apparteniamo a una generazione differente.
Cos'è una generazione?
In sociologia, una generazione è una fascia di popolazione nata e cresciuta in un periodo di tempo specifico, caratterizzato da eventi significativi che lo distinguono dagli altri periodi.
I nati all'interno di una generazione hanno vissuto gli stessi eventi storici, sociali, culturali ed economici di rilievo, come una guerra, una rivoluzione culturale o un cambiamento tecnologico.
Questa esperienza in comune (soprattutto quella raccolta durante l'età dello sviluppo) è in grado di condizionare la cultura, i valori, la mentalità degli individui appartenenti alla stessa generazione.
Quanto dura una generazione?
Nei prossimi paragrafi osserveremo che le generazioni hanno un'ampiezza di circa 15-25 anni: un periodo di tempo necessario a produrre un cambiamento significativo nella società e generare una nuova e specifica fascia di popolazione con mentalità e aspirazioni comuni, figlia del tempo.
Va comunque sottolineato che i confini tra le diverse generazioni non sono rigidi e a volte sono anche sovrapposti: come per tutte le classificazioni storiche, siamo noi - a posteriori - ad assegnare indicativamente un anno di inizio e di fine.
I Baby Boomer (1946-1965)
Età oggi: tra i 58 e i 77 anni.
La generazione dei Baby Boomer è la prima ad essere nata in tempi di pace, cioè dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il termine Baby Boomer deriva dal notevole incremento di nascite che si è avuto in questo periodo storico: non è un caso che oggi questa fascia di popolazione sia la più numerosa nella maggior parte dei paesi occidentali.
I Baby Boomer sono cresciuti (e quindi si sono formati) durante gli eventi storici degli anni '60 e '70, in un contesto di crescita economica e sviluppo del benessere collettivo. Da qui nasce l'attivismo che li ha posti in contrasto con le generazioni precedenti. Basti pensare alle lotte per i diritti civili, al pacifismo, alla rivoluzione dei costumi. La musica Rock nasce e si evolve proprio con questo spirito di discontinuità dal passato.
Possiamo osservare i Baby Boomer come attenti a tre fattori: interessi della famiglia, percorso di carriera, appartenenza politica.
Generazione X (1965-1980)
Età oggi: tra i 43 e i 58 anni.
Il termine deriva dal titolo di un romanzo, "Generation X" di Douglas Coupland, che illustra proprio i tratti di questa giovane generazione (il libro è del 1991).
La Generazione X è definita a volte "generazione invisibile" o "generazione di transizione", perché cresciuta in una fase di passaggio tra una generazione "forte" e numerosa come quella dei Baby Boomer e quella caratterizzata dalla diffusione delle tecnologie, che vedremo in seguito.
La Generazione X è cresciuta assistendo alla prima vera crisi economica dal dopoguerra, negli anni '70 e in parte degli anni '80. È anche la generazione che, in contrasto con quelle precedenti, ha posticipato l'età del matrimonio e ridotto il numero dei figli.
Inoltre è la generazione che ha vissuto nativamente la diffusione dell'elettronica (i videogiochi, la televisione, la musica elettronica), la cultura yuppie, la prima globalizzazione, la fine della Guerra Fredda, la precarizzazione del lavoro.
Possiamo osservare nella Generazione X l'attitudine all'indipendenza e all'autosufficienza.
Millenial / Generazione Y (1980-1995)
Età oggi: tra i 28 e i 43 anni.
Questa generazione entra nell'età adulta a cavallo del nuovo millennio, da cui la definizione di "Millenial". La denominazione alternativa di Generazione Y deriva dal fatto che arriva dopo la Generazione X.
I Millenial sono cresciuti in un'epoca di rapida globalizzazione e sono stati influenzati dalle nuove tecnologie e dal crescente potere dei media. Questa è anche la generazione che ha esordito in un mercato del lavoro in crisi di occupazione giovanile e sottoposto a grandi cambiamenti, percependo così come scontata la condizione flessibile del mondo del lavoro.
I Millenial sono più attenti all'equilibrio lavoro-tempo libero rispetto alle generazioni precedenti e sono più aperti a cambiamenti di lavoro e carriera. In Europa i Millenial sono l'ultima generazione che ha contezza della moneta nazionale precedente all'avvento dell'Euro.
Generazione Z (1995-2012)
Età oggi: tra gli 11 e i 28 anni.
La generazione Z (o Generazione delle Reti) ha trascorso la maggior parte della vita nell'era digitale, crescendo sin dall'infanzia con l'accesso a internet e ai social media: questi ultimi sono in effetti strumenti molto utilizzati sia per socializzare sia per informarsi o svagarsi, anche a discapito di tutti gli altri media.
I giovani della generazione Z sono particolarmente sensibili alle tematiche ambientali e di giustizia sociale, e cercano di avere un impatto positivo sul mondo che li circonda.
Generazione Alpha: l'attuale ultima generazione
Età oggi: 10 anni o meno.
Non possiamo definirla ancora una generazione, ma i bambini di oggi presentano già delle caratteristiche che lasciano pensare a un mondo che sarà tutto loro: stanno crescendo con la tecnologia mobile data per scontata (internet e app via smartphone o tablet, disponibili sempre e ovunque), vedono i loro genitori usare i dispositivi da quando sono nati, hanno vissuto il periodo del Covid in cui l'isolamento poteva essere compensato solo dall'uso di videochiamate e lezioni a distanza, e infine li attende un mondo in cui l'intelligenza artificiale sarà compagna del loro sviluppo, insieme ad una moltitudine di cambiamenti tecnologici e sociali.
Le generazioni nell'anteguerra
Proviamo a percorrere la storia a ritroso per trovare le generazioni dei nostri nonni e bisnonni, segnate dalla presenza delle guerre mondiali.
Generazione silenziosa (1928-1945)
Età oggi: tra i 78 e i 95 anni.
In Italia la chiamiamo anche Generazione della ricostruzione.
È la generazione che ha i ricordi di infanzia dell'economia e della società ai tempi della guerra.
Non ha partecipato direttamente alla Seconda Guerra Mondiale, ma al successivo periodo di ricostruzione ed espansione economica sì.
Influenzati dal periodo bellico di privazioni e insicurezza, sono una generazione con il culto del risparmio, del sacrificio e della famiglia.
"Greatest Generation" (1901-1927)
Età oggi: dai 96 anni in su.
La Greatest Generation è la generazione vivente più anziana. Corrisponde ai giovani cresciuti tra le due guerre mondiali, nel pieno dell'epoca dei totalitarismi.
Questa generazione è stata definita "greatest" (cioè la più grandiosa) nell'omonimo libro di Tom Brokaw perché si riteneva avesse superato grandi difficoltà e sacrifici per il bene della patria. In effetti la Greatest Generation ha superato la Grande Depressione, ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e ha partecipato alla ricostruzione dell'Europa.
Generazione perduta (1883-1900)
Questa generazione comprende i nati tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, ovvero i giovani che hanno vissuto l'esperienza di leva durante la Prima Guerra Mondiale.
La definizione si riferisce al triste contesto per molti di questi giovani: quando non perdevano la vita in battaglia, rimanevano comunque segnati da esperienze traumatiche vissute durante la Grande Guerra, o dalla difficoltà a reinserirsi nella società civile una volta rientrati.
Riflessioni finali
Le diverse generazioni sono caratterizzate da esperienze, valori e punti di vista differenti, ma è importante ricordare che tutte hanno contribuito alla costruzione e all'evoluzione della società in cui viviamo oggi. Accettare le differenze e comprendere la diversità di punti di vista tra le generazioni è un esercizio di tolleranza ed empatia che ci può insegnare molto.
Infine l'osservazione di alcune generazioni passate ci testimonia un fatto semplice ma poco valorizzato: la pace (e il benessere che da essa consegue) non è mai scontata, ma va guadagnata e preservata, anche nel mondo occidentale.