La Lanterna di Genova: il faro più alto del Mediterraneo (e altre pillole di cultura generale)
Cultura Aumentata - Newsletter n° 68 - Tempo di lettura: 7 minuti
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- Strano ma vero -
💡 Nel Tardo Medioevo gli animali potevano essere messi sotto processo. Sono documentati casi di maiali, topi, cavalli, tori, che venivano accusati di crimini vari e subivano un processo giudiziario con tanto di avvocato difensore, sentenza del giudice ed eventuale condanna.
- La domandina -
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- Cultura visuale -
L’opera architettonica
La Lanterna di Genova: il faro simbolo della città
La Lanterna è il principale faro del porto di Genova. Per la sua storia plurisecolare non rappresenta solo un riferimento per la navigazione, ma è diventato il simbolo del capoluogo ligure (per intenderci, come è il Colosseo per Roma).
Caratteristiche
La Lanterna è alta 77 metri: è il faro più alto d’Italia e di tutto il Mar Mediterraneo. Risulta inoltre il secondo faro più alto al mondo, dopo quello di Île Vierge in Francia.
Dato che si erge su una roccia naturale, il faro ha un’altezza complessiva di 117 metri sul livello del mare: il suo segnale luminoso è visibile fino a 50 chilometri dalla costa.
L’edificio è composto da due corpi a pianta quadrata sovrapposti. La prima sezione è più alta e robusta, mentre la seconda è più snella e culmina con l’apparato luminoso. Sul primo corpo è rappresentato lo stemma della città di Genova.
L’ex promontorio
È curioso notare come in origine la roccia su cui sorge il faro fosse un promontorio bagnato dal mare che delimitava ad ovest l’antico porto di Genova. Oggi l’ex promontorio è completamente all’asciutto, circondato dai moli di espansione del porto e dalle altre infrastrutture realizzate nel XX secolo.
Origini
La vita della Lanterna accompagna da sempre i trascorsi della città.
La prima costruzione risale al 1128, quando sorse come parte di una fortezza che difendeva l'accesso al porto, mentre la struttura attuale fu eretta nel 1543.
Nel corso dei secoli la Lanterna ha resistito a numerosi assedi e bombardamenti, tra cui quello del 1684 da parte della flotta francese, quando Genova fu attaccata da Luigi XIV. L’edificio fu minacciato diverse volte persino dai fulmini, fino a quando non venne installato un primo impianto antifulmine nel 1778, aggiornato a più riprese fino ai giorni nostri.
L’ultimo grande progetto di ricostruzione, a seguito dei bombardamenti americani e britannici della Seconda Guerra Mondiale, fu completato nel 1956.
Oggi la Lanterna è il terzo faro più antico al mondo ancora in funzione. La torre è visitabile fino alla terrazza sulla cima del primo corpo: percorrendo i suoi 172 scalini si raggiunge una vista mozzafiato a 360° sulla città e sul Mar Ligure.
- Cultura scientifica -
Biologia
Il periodo di gestazione: confronto tra specie
Il periodo di gestazione è il tempo durante il quale si sviluppa il feto di una specie animale, dalla fecondazione dell’embrione fino al parto. È un processo biologico fondamentale per la riproduzione degli animali vivipari, cioè di quelle specie che partoriscono invece di deporre le uova.
Da cosa dipende il periodo di gestazione?
La durata della gravidanza in ciascuna specie non è casuale, ma è il risultato di milioni di anni di evoluzione che ha portato a massimizzare le possibilità di sopravvivenza della specie nei vari ecosistemi.
In generale il periodo di gestazione dipende dai seguenti fattori:
Dimensioni: esiste una correlazione tra le dimensioni dell’esemplare adulto e il tempo di gestazione: le specie più grandi tendono ad avere periodi di gestazione più lunghi.
Strategie riproduttive: le specie che partoriscono cuccioli molto sviluppati alla nascita tendono ad avere gestazioni più lunghe. Gli esemplari che rispondono a questa strategia, come i cavalli, nascono con gli occhi aperti, possono stare in piedi e seguire la madre subito dopo la nascita. Al contrario, le specie che partoriscono cuccioli meno sviluppati, come i cani e i gatti, hanno periodi di gestazione più brevi, ma i piccoli alla nascita sono ciechi, sordi e dipendenti dai genitori per un lungo periodo postnatale.
Fattori ambientali: le condizioni ambientali e la disponibilità di risorse possono influenzare la durata della gestazione. Ad esempio, in alcune specie, condizioni di stress o scarsità di cibo possono prolungare o ridurre il periodo di gestazione.
Periodi di gestazione a confronto
Sappiamo tutti che il periodo di gestazione umano è di circa 9 mesi. Vediamo come se la cava il resto del regno animale (viviparo):
Elefante africano: circa 22 mesi. È uno dei periodi di gestazione più lunghi nel regno animale. L’elefante dedica molto tempo a sviluppare un unico cucciolo del peso di circa 100-120 kg… grande e ben sviluppato al momento della nascita.
Balenottera azzurra: circa 11-12 mesi. Partorisce un singolo cucciolo di circa 3 tonnellate!
Cavallo: circa 11 mesi. Un periodo di gestazione piuttosto lungo, necessario a sviluppare la capacità di alzarsi e correre poco dopo la nascita.
Scimpanzé: circa 8 mesi. Ha una gestazione relativamente lunga che permette un avanzato sviluppo del cervello (proprio come accade per l’uomo).
Cane e gatto domestico: circa 2 mesi. La breve gestazione è adatta a una specie che si riproduce frequentemente e può avere più cuccioli in una singola gravidanza.
Koala e canguri: hanno un periodo di gestazione inaspettatamente breve, di circa 35 giorni. Questo perché un po’ tutti i marsupiali adottano una strategia diversa: i piccoli alla nascita non sono pronti per il mondo esterno. Nascono prematuri e trascorrono fino a sei mesi successivi protetti nel marsupio della madre, dove continuano a svilupparsi. Questo sistema permette alla madre di muoversi più liberamente subito dopo il parto, riducendo così il rischio di predazione.
Topo: circa 20 giorni. I topi hanno un periodo di gestazione molto breve, che facilita un rapido ciclo riproduttivo.
Criceto: circa 16 giorni. Un altro esempio di breve gestazione che permette una rapida crescita della popolazione in ambienti favorevoli.
- Cultura umanistica -
Storia
Guelfi e Ghibellini: chi sono
I due termini evocano le vicende delle città-stato italiane durante il Medioevo. Si trattava di due fazioni politiche antagoniste che presero a combattersi, soprattutto a partire dal XII secolo.
La loro storia è intrecciata con quella di città come Firenze, Siena e molte altre, in un periodo in cui la politica era una questione di vita o di morte.
Contesto storico
Il conflitto tra Guelfi e Ghibellini va inquadrato nella più vasta lotta per il potere tra il Papato e il Sacro Romano Impero che caratterizzò gran parte del Medioevo e raggiunse l'apice tra il XII e il XIII secolo.
Il conflitto riguardava questioni di controllo territoriale e autorità politica. Mentre l’Impero cercava di consolidare il potere nel territorio italiano, il Papato tentava di difendere la propria sovranità spirituale e temporale. Le città italiane divennero arene di lotta per questi due grandi poteri.
I Guelfi generalmente supportavano il Papato ed erano a favore di un governo municipale autonomo.
I Ghibellini erano favorevoli all’autorità imperiale.
Tuttavia questa divisione risultava meno rigida di quanto si potesse pensare: le alleanze erano spesso più pragmatiche che ideologiche e cambiavano rapidamente a seconda delle convenienze politiche e alla dinamica del potere locale!
Origine dei nomi
Guelfi: il termine deriva dalla dinastia tedesca dei “Welf”, una famiglia aristocratica che supportava il Papato.
Ghibellini: derivano il loro nome da “Waiblingen”, il castello associato alla famiglia degli Hohenstaufen, sostenitori dell’autorità imperiale e quindi avversari dei Guelfi e ostili al potere del Papato.
Questi nomi iniziarono a essere usati per indicare le fazioni durante le lotte per il controllo del Sacro Romano Impero tra la casa di Welf e quella di Hohenstaufen.
Quando Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa, salì al trono e cercò di consolidare il potere imperiale contro i movimenti di autonomia locale nel territorio italiano, le definizioni di Ghibellino e Guelfo vennero utilizzate nelle città italiane come simbolo delle rispettive posizioni pro e anti-imperiali.
Lo schieramento politico di Dante
Lo stesso Dante Alighieri era inizialmente un Guelfo, e per questo subì l’esilio da Firenze nel 1302. Dopo l’esilio passò alla causa ghibellina: un riposizionamento dovuto al disincanto per le pratiche della fazione guelfa, che percepiva come deviata dagli ideali iniziali. Nella “Divina Commedia” si trova spesso una traccia delle frustrazioni politiche di Dante, con chiare prese di posizione verso le figure chiave del suo tempo.
Retaggi nella cultura italiana
L’antagonismo tra Guelfi e Ghibellini ha lasciato un’eredità di divisioni locali e rivalità in Italia che in certi modi si percepiscono ancora, non solo nella politica ma anche nello sport, nelle competizioni culturali tra città, e con tracce persino nei canoni dell’architettura: le strutture ghibelline presentavano tipicamente merlature a coda di rondine, mentre quelle guelfe avevano merlature quadrate.
P.S. La risposta della domandina è:
b) Minecraft