Le zucche di Kusama, contare gli avi, negazione espletiva
Cultura Aumentata - Newsletter n° 73 - Tempo di lettura: 6 minuti
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💡 Il primo vero computer portatile, l’Osborne 1 del 1981, pesava circa 11 kg e aveva un piccolo schermo da appena 5 pollici.
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Opere d’arte
Le zucche e i pois di Yayoi Kusama
Yayoi Kusama è una delle artiste contemporanee più riconoscibili al mondo.
È famosa per il suo stile distintivo caratterizzato da motivi ripetitivi e psichedelici, in particolare i suoi celebri pois e zucche. Il suo lavoro spazia dalla pittura alla scultura, dall’installazione all’arte performativa, ed è spesso descritto come un’esperienza immersiva e avvolgente.
Ascesa di una visionaria
Nata nel 1929 a Matsumoto, in Giappone, Kusama iniziò la sua carriera artistica in giovane età e si trasferì a New York alla fine degli anni ‘50, immergendosi nella scena artistica vibrante della città e diventando una figura centrale del movimento della Pop Art e dell’avanguardia.
I temi e le ossessioni
I temi centrali dell’opera di Kusama sono spesso legati alla ripetizione, all’infinito e all’autocoscienza. Questi motivi hanno radici profonde nelle sue esperienze personali. Kusama ha spesso parlato delle sue allucinazioni infantili, durante le quali vedeva il mondo coperto da pattern ripetitivi.
Le sue installazioni immersive, come le stanze degli specchi "Infinity Mirror Rooms", offrono un’esperienza unica che permette ai visitatori di immergersi in mondi infiniti di luce e riflessi.
Kusama ha dichiarato che attraverso la sua arte cerca di condividere la sua visione dell’infinito e della bellezza nascosta nelle ripetizioni e nei pattern. Le sue zucche e i suoi pois non sono semplicemente motivi decorativi, ma porte d'accesso a un mondo più profondo e riflessivo.

I soggetti ricorrenti
Le zucche sono uno dei soggetti più riconoscibili ed iconici. Caratterizzate da colori vivaci e motivi a pois, sono esposte in musei e spazi pubblici di tutto il mondo. Fin dall’infanzia, le zucche sono state una fonte di conforto per l’artista, che le considera simboli di stabilità e serenità. Kusama ha dichiarato che le zucche, con le loro forme morbide e naturali, rappresentano un contrappeso alle strutture rigide e alle linee nette del mondo urbano.
I pois, o “polka dots”, sono un altro tratto distintivo di Kusama. Questo motivo ricorrente è strettamente legato alla sua esperienza personale con le allucinazioni, nelle quali percepiva il mondo come un luogo infinitamente puntinato. I pois rappresentano per Kusama l'infinito e l’idea di perdita del sé nell’infinità dello spazio e del tempo. Sono una forma di auto-espressione e un modo per connettersi con l’universo.
Opere iconiche di Kusama:
“Infinity mirrors”: si tratta di installazioni con specchi che creano illusioni di spazi infiniti, visitabili con un protocollo che prevede un tempo di permanenza limitato a pochi secondi e assenza di folla.
“Pumpkins”: zucche di grandi dimensioni, spesso ricoperte di pois a trame che si infittiscono, che esprimono una combinazione di innocenza e ossessione.
“Infinity nets”: tele coperte di trame infinitesimali, che rappresentano il caos e la bellezza dell’infinito.
Kusama ha anche avuto un impatto nel mondo dell’alta moda. Una delle sue collaborazioni più celebri è stata con Louis Vuitton nel 2012. Marc Jacobs, allora direttore creativo della maison, rimase affascinato dall’universo di Kusama e decise di incorporare i suoi iconici pois nelle collezioni del marchio. La collaborazione portò l’arte di Kusama a un pubblico ancora più ampio e generalista, contribuendo alla fama mondiale delle opere dell’artista giapponese.
- Cultura scientifica -
Matematica
Sapresti contare i tuoi antenati degli ultimi 400 anni?
Immagina un albero genealogico che si espande indietro nel tempo. In ogni biforcazione ci sono due individui che hanno contribuito alla tua esistenza. Ora prova a stimare rapidamente quanti avi prima di te devono essere nati ed esistiti negli ultimi 400 anni per rendere possibile la tua esistenza. Fatto? Più avanti potrai confrontare la tua idea con i numeri reali.
Contare le generazioni in un secolo
Ogni generazione copre circa 30 anni, il che significa che in un secolo vivono circa 3-4 generazioni. Quindi, in 400 anni, ci sono approssimativamente 13-14 generazioni.
La crescita esponenziale degli antenati
Perché tu sia nato, è stato necessario che esistessero:
2 genitori
4 nonni
8 bisnonni
16 trisavoli
32 quadrisavoli
64 quintavoli
128 esavoli
256 eptavoli
512 ottavoli
1.024 nonavoli
2.048 decavoli
4.096 genitori dei decavoli
8.192 nonni dei decavoli
Se sommiamo tutte queste cifre, scopriamo che servono 16.382 antenati distribuiti su 13 generazioni. Per coprire sicuramente i 400 anni, possiamo aggiungere un’altra generazione di 16.384 avi, portando il numero totale a 32.766 antenati in 14 generazioni!
Riflessioni su una catena di vite e decisioni
Ognuna di queste 32.766 persone prima di te ha vissuto una vita unica e irripetibile, fatta di esperienze, decisioni e circostanze che hanno tutte portato alla tua nascita. Un antenato potrebbe aver coltivato il suo campo, un altro potrebbe essere stato un artigiano, altri ancora potrebbero aver viaggiato attraverso continenti in cerca di nuove opportunità.
Basti pensare che un piccolo cambiamento nella vita di uno solo di questi antenati, come un matrimonio diverso o una migrazione mancata, potrebbe aver alterato completamente il corso della storia e, di conseguenza, la tua esistenza.
Riassumere tutto in semplici formule
Vuoi sapere quanti avi hai avuto 5 generazioni fa? Puoi calcolare rapidamente il numero di avi in una determinata generazione utilizzando una formula esponenziale semplice:
dove “g” è il numero della generazione che ti interessa.
Ad esempio, per i tuoi genitori g sarà uguale a 1, per i tuoi nonni g sarà uguale a 2, e così via.
Per 5 generazioni indietro ( g = 5 ) avrai:
Invece per calcolare il numero totale di avi, sommandoli dai tuoi genitori fino a una generazione specifica g, puoi affidarti alla seguente formula:
Ad esempio, per contare tutti gli avi dalla prima alla quinta generazione indietro, avrai:
- Cultura umanistica -
Lingua italiana
La negazione espletiva
“Per poco il gatto scivolava dal davanzale”
“Per poco il gatto non scivolava dal davanzale”
Un tipico dubbio sulla lingua italiana: qual è la frase corretta?
In realtà…entrambe! Il significato delle due frasi è lo stesso, nonostante in una di esse sia presente la negazione “non”.
In questi casi parliamo di negazione espletiva: un fenomeno linguistico per cui si aggiunge una negazione senza che questa cambi il significato della frase. Esiste effettivamente in alcune lingue, tra cui l’italiano.
È detta anche negazione pleonastica, perché la sua presenza è superflua dal punto di vista del significato: ha solo funzione stilistica e di enfasi del discorso.
Vediamo altri esempi per familiarizzare con la negazione espletiva:
“Che cosa (non) faresti per ottenere quel biglietto del concerto!”
“Si prega di mantenere le cinture allacciate fino a quando l’apposito segnale (non) verrà spento.”
“(Non) appena avrai completato l’opera, avvisami.”
Quindi, se a volte sei in dubbio sull’utilizzo o meno della negazione, sappi che esistono casi in cui esiste la negazione espletiva. Prova a pensare se il significato della frase cambia o rimane lo stesso. Se rimane lo stesso, la negazione è pleonastica e dipenderà solo dal tuo gusto personale se applicarla o meno.
P.S. La risposta della domandina è:
a) Svezia
La Svezia detiene questo record geografico, con un numero sorprendente di oltre 267.000 isole, per la maggior parte piccole e disabitate. La stessa capitale Stoccolma sorge su una moltitudine di isole collegate da ponti.