La notte di Halloween (10+1 curiosità)
La tua dose settimanale di cultura generale! || Edizione del 144° giovedì || 5 min. di lettura
Halloween non è solo una festa “made in USA”: dietro le maschere e le streghe ci sono secoli di storia, superstizioni e trasformazioni culturali.
🍷 Che storia!
L’aneddoto della settimana.
La leggenda di Jack O’Lantern
La tradizione di intagliare zucche ad Halloween, svuotarle e illuminarle dall’interno non nasce per caso. Affonda le sue radici nella leggenda di Jack O’Lantern, una storia nata tra le nebbie d’Irlanda e poi approdata negli Stati Uniti insieme agli emigranti irlandesi. È proprio lì che la rapa, originariamente usata per creare la lanterna del “mostro di Halloween”, viene sostituita dalla zucca, molto più grande, colorata e facile da trovare.
Secondo la leggenda, Jack era un fabbro irlandese noto più per il suo bicchiere sempre pieno che per la sua generosità. Un tipo furbo e tirchio, di quelli che al momento del conto spariscono improvvisamente al bagno. Una sera, il diavolo in persona decise di fargli visita per reclamare la sua anima. Ma Jack, nonostante la sbronza, non aveva perso il suo ingegno e riuscì a ingannarlo.
La prima volta lo convinse a trasformarsi in una moneta per pagare l’ultima pinta di birra. Appena il diavolo lo fece, Jack lo imprigionò nel borsello accanto a una croce d’argento, che gli impediva di tornare alla sua forma. Solo dopo aver ottenuto la promessa che non sarebbe tornato per dieci anni, Jack lo lasciò libero.
Dieci anni più tardi, il diavolo mantenne la parola e tornò a pretendere ciò che gli spettava. Ma Jack lo trasse di nuovo in inganno: lo convinse a salire su un albero per cogliere una mela, e incise una croce sul tronco, imprigionandolo ancora una volta. A quel punto, il diavolo, ormai esasperato, promise a Jack che non lo avrebbe mai portato all’inferno, e Jack gli permise di scendere.
Quando infine Jack morì, il paradiso lo rifiutò per la sua vita dissoluta, e l’inferno gli sbarrò le porte per via del patto. Così la sua anima restò sospesa tra i due mondi, condannata a vagare nell’oscurità per l’eternità. Per rischiarare il cammino, il diavolo (beffardo fino all’ultimo) gli lanciò un tizzone ardente dell’inferno. Jack lo mise dentro una rapa scavata, creando la sua lanterna eterna: Jack of the Lantern, abbreviato poi in Jack O’Lantern.
Da allora, si dice che la notte di Halloween Jack torni a vagare sulla Terra in cerca di un rifugio. Per evitare la sua visita, gli abitanti irlandesi iniziarono a posizionare all’esterno delle case una lanterna a forma di rapa, segno che lì non c’era posto per lui. Quando la leggenda attraversò l’oceano insieme agli emigranti, le rape divennero zucche e la lanterna di Jack, da simbolo di una condanna eterna, si trasformò nell’icona luminosa e sorridente di Halloween.
⚡️ Pillole 10 x 10 → La notte di Halloween
Dieci curiosità da dieci secondi. Per conoscere, stupirsi, riflettere.
Halloween è irlandese, non americana. Questa festa nasce in Irlanda, dall’antico Samhain, il capodanno celtico che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Si credeva che, in quella notte, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse sottile come una ragnatela: gli spiriti potevano tornare sulla Terra… e i vivi cercavano di confondersi con loro, travestendosi.
“Dolcetto o scherzetto” è una tradizione medioevale. In Irlanda e in Inghilterra c’era una tradizione chiamata souling: i poveri andavano di casa in casa chiedendo cibo o monete in cambio di preghiere per i defunti.
Halloween è diventata una macchina da soldi. Negli Stati Uniti, Halloween è la seconda festa più redditizia dopo il Natale: solo in caramelle si spendono oltre 3 miliardi di dollari ogni anno. E la spesa per i costumi supera i 4 miliardi, di cui circa 700 milioni sono destinati ai travestimenti per animali domestici. Un dato che fa capire quanto questa festa sia ormai un fenomeno culturale e commerciale globale.
L’arancione e il nero hanno un significato. L’arancione simboleggia il raccolto e il fuoco, mentre il nero rappresenta il buio e la morte. È l’incontro tra vita e fine, luce e ombra. Un po’ come il lunedì mattina dopo un weekend lungo.
Halloween non è il Día de los Muertos. Si svolgono nello stesso periodo, ma parlano linguaggi opposti. Halloween nasce dal Samhain e gioca con la paura: i travestimenti servono a esorcizzare gli spiriti. Il Día de los Muertos, invece, celebra la memoria dei defunti con altari, fiori e musica. In breve: Halloween sfida la morte, il Día de los Muertos la abbraccia.
Hollywood ha “reinventato” Halloween. Film come Halloween (1978) di John Carpenter e Hocus Pocus (1993) hanno trasformato la festa in un fenomeno globale. Oggi è impossibile pensare al 31 ottobre senza Michael Myers o senza una strega che canta “I put a spell on you”.
L’Italia aveva già la sua Halloween. Molte regioni italiane avevano riti simili ben prima che arrivassero le zucche americane. Ad esempio, in Lombardia si celebrava la notte delle lumere, in Sicilia la festa dei morti (con dolcetti e regali ai bambini), in Sardegna si accendevano lanterne di zucca per “guidare” gli spiriti.
Esiste la fobia di Halloween. Si chiama samhainofobia: paura irrazionale di tutto ciò che riguarda la festa, dalle decorazioni ai costumi.
In Giappone, Halloween è una sfilata. Niente “dolcetto o scherzetto”: a Tokyo Halloween è sinonimo di cosplay. Le strade si riempiono di costumi iper elaborati: più passerella che paura.
La paura piace (anche al cervello). Guardare film horror o spaventarsi a una festa di Halloween stimola dopamina e adrenalina. In pratica, il cervello dice “Aiuto!” e poi “Ancora!”.
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È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina.
— Federico Fellini




