Con l’arrivo dell’estate milioni di persone si preparano a viaggiare per esplorare qualche luogo nuovo… Un’abitudine molto comune e così ben radicata che siamo arrivati a poter parlare di un fenomeno noto come turismo di massa.
Ma è sempre stato così? Il turismo come lo conosciamo oggi è sempre esistito? Non esattamente… Per la maggior parte del corso della storia, le esplorazioni erano effettuate per motivi commerciali, religiosi o militari. E i viaggi di piacere?
La concezione moderna di viaggio come forma di intrattenimento e di crescita personale nasce nel 1700, con il cosiddetto Grand Tour.
Cos’è il Grand Tour? 🤔
Il Grand Tour può essere considerato il precursore del turismo moderno. Consisteva in un viaggio a tappe intrapreso dagli aristocratici che avevano tempo e risorse finanziarie da dedicarvi. Il Tour copriva le principali città e i siti storici del continente europeo, come Parigi, Vienna, Roma, Napoli, Atene.

Gli aristocratici partivano per conoscere in prima persona l’arte, la cultura e la storia dei luoghi più influenti. Il Grand Tour era considerato un'esperienza formativa e una pietra miliare nell'educazione dei giovani aristocratici.
Insomma, se ci pensiamo bene, l’utilizzo stesso del nome “tour” rimanda proprio a questo girovagare per Paesi con arrivo e partenza nello stesso punto.
Scopriamo dunque quali tappe toccava questo ambìto e coinvolgente tour culturale.
L’itinerario del Grand Tour 🗺️
Indovina un po’…al centro dell’esperienza si trovava l’Italia. Le tappe italiane del Grand Tour rappresentavano, infatti, il vero e proprio apice dell'intero viaggio per gli aristocratici europei che cercavano di arricchire la propria formazione culturale.
L’itinerario italiano del Grand Tour è stato reso indelebile grazie al libro Italienische Reise (Viaggio in Italia) di Goethe, una vera e propria Bibbia per tutti coloro che valutavano di intraprendere il viaggio formativo.
L'Italia, rinomata per la sua ricchezza artistica e storica, offriva un'esperienza unica che abbracciava l'antichità greco-romana, il Rinascimento e l’indiscutibile bellezza dei paesaggi.
Le tappe coperte riguardavano soprattutto Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Pompei, Ercolano, ma anche Milano, Paestum, e la Sicilia, tra opere d'arte dei grandi maestri, antiche rovine e l'architettura sontuosa dei palazzi e delle chiese.
Non mancavano poi gli acquisti di merci e opere d’arte del luogo, e spesso i viaggiatori commissionavano un autoritratto con un panorama italiano sullo sfondo. Noti qualche analogia con selfie e souvenir odierni? D’altronde, ancora oggi, queste tappe italiane del Grand Tour attirano e incantano i visitatori di tutto il mondo.

Oltre all’Italia, il Grand Tour toccava molte città del continente europeo come, ad esempio, Parigi (spesso prima tappa), Ginevra, Vienna, Costantinopoli, Dresda, Atene (particolarmente apprezzata da Byron) e Londra, da cui spesso partiva e terminava il tour.
Viaggiatori famosi
“...un unico immenso regno di meraviglie si stende intorno, e tutti i racconti delle Muse sembran veri…” — Lord Byron
Molti personaggi storici di rilievo hanno intrapreso il celebre Grand Tour, ed erano soliti appuntare le loro esperienze vissute all’interno di un diario di viaggio. L'impatto del Grand Tour era talmente profondo da influenzare la loro visione del mondo e fornire un'ispirazione inestimabile per le future opere.
Eccone alcuni:
Johann Wolfgang von Goethe: il già citato autore tedesco Goethe intraprese un Grand Tour in Italia, viaggio che lo affascinò a tal punto da raccontare tutte le sue esperienze nell’opera "Viaggio in Italia", divenuta il punto di riferimento per tutti gli aspiranti viaggiatori.
Lord Byron: il celebre poeta inglese fece un lungo Grand Tour, visitando molte città europee, tra cui Roma e Atene. Le sue esperienze durante il viaggio influenzarono la sua poesia.
Edward Gibbon: storico britannico noto soprattutto per l’opera "La caduta dell'Impero Romano". Gibbon intraprese il Grand Tour in giovane età, e furono proprio il viaggio in Italia e in particolare il soggiorno a Roma ad ispirare profondamente gli studi degli anni successivi che lo porteranno alla produzione dell’opera per cui è ricordato ancora oggi.
John Ruskin: questo influente critico d'arte, pittore e scrittore, portò a compimento diversi Grand Tour. Scrisse dettagliatamente le sue impressioni sulle architetture italiane - e di Venezia in particolare - nel libro "Le Sette Lampade dell'Architettura", un’opera che, insieme ad altre, avrà un impatto sull’estetica vittoriana della società britannica.
La sindrome di Stendhal
Anche lo scrittore francese Stendhal partecipò al Grand Tour, e ne fu particolarmente colpito. Durante il suo soggiorno a Firenze, fu talmente sopraffatto dalla bellezza delle opere d'arte che ammirava, in particolare nel celebre museo degli Uffizi, che ebbe una reazione fisica e psicologica intensa.
Si sentì stordito, il suo cuore batteva velocemente e provava un'immensa gioia, quasi al limite del sopportabile. Questa esperienza, descritta dettagliatamente nel suo libro “Roma, Napoli e Firenze”, è diventata famosa come la "Sindrome di Stendhal”!
Il retaggio del Grand Tour, oggi
Sulle orme di questa idea di viaggio, se ci pensiamo bene, sono nate poi tantissime guide moderne che trattano itinerari alla volta di luoghi degni di nota. Insomma, il turismo come lo intendiamo oggi può considerarsi un Grand Tour contemporaneo, un’esperienza da cui tornare con gli occhi pieni di bellezza, anche interiore: d’altronde, come insegnano anche gli aristocratici del Grand Tour, dopo un viaggio non si è mai la stessa persona che si era prima di partire.