La fisica del boomerang (e altre curiosità di cultura generale)
Cultura Aumentata - Newsletter n° 86 - Tempo di lettura: 6 minuti
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- Un fatto strano ma vero -
💡 Le carote originariamente erano di vari colori, tra cui viola, bianco, giallo e rosso. L’attuale colore arancione è il risultato di selezioni genetiche avvenute nel XVII secolo in Olanda.
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- La domandina -
🕵️♂️ Quanti litri d’acqua fuoriescono da un comune rubinetto domestico in 1 ora?
a) Circa 50
b) Circa 100
c) Circa 200
d) Circa 500
(Trovi la risposta in fondo alla newsletter)
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- La curiosità della settimana -
La fisica del boomerang

Immagina di essere in un grande parco, e hai tra le mani un boomerang. Lo lanci e, con sorpresa, lo vedi volare in cerchio e tornare dritto verso di te. Com’è possibile?
Il segreto è in una composizione di leggi fisiche che agiscono in contemporanea. Scomponendole sarà tutto più chiaro.
1) Il boomerang vola come un piccolo aeroplano
Innanzitutto, il boomerang non è semplicemente un pezzo di legno curvo. Ha una specifica forma aerodinamica, con due vere e proprie ali.
Quando il boomerang avanza veloce dopo il lancio, riceve un vento di avanzamento: l’aria scorre attorno alle ali e genera una spinta verso l’alto, chiamata portanza, che contrasta la tendenza del boomerang a cadere verso il basso a causa del suo peso. Proprio come accade per gli aerei in volo.
2) La differenza di velocità tra le due ali
Ora, pensa a cosa succede quando lo lanci: il boomerang non solo vola in avanti, ma ruota anche rapidamente su se stesso. Questa rotazione fa sì che:
ci sarà un’ala avanzante che ruota in direzione del volo, quindi “controvento”
l’altra ala retrocedente, ruota in direzione opposta, quindi a favore del vento.
L’ala avanzante genererà una portanza maggiore, perchè soggetta a un vento di avanzamento maggiore dell’ala retrocedente.
Questo perché la velocità totale dell’ala avanzante è la somma della velocità di lancio e della velocità di rotazione, mentre per l’ala retrocedente è la differenza tra le due.
3) La precessione giroscopica
La differenza di portanza tra le due ali crea una specie di spinta che cerca di inclinare il boomerang. Ma, ed è qui il trucco, invece di inclinarsi di lato, il boomerang reagisce in modo diverso: comincia a curvare nella sua direzione di avanzamento!
Se hai mai fatto girare una trottola, sai che una volta che comincia a girare, rimane stabile e dritta. Il boomerang fa la stessa cosa: vuole mantenere la sua rotazione stabile e dritta, ma la differenza di portanza tra le ali lo spinge a curvare lentamente.
Il motivo è nell’effetto di precessione giroscopica: la risposta del boomerang alla differenza di portanza tra le due ali non è un’inclinazione diretta, ma una rotazione del piano di rotazione in una direzione perpendicolare alla coppia di forze applicata. In termini più semplici, invece di capovolgersi, il boomerang curva la sua traiettoria in aria.
Il ritorno al lanciatore
Questa continua curvatura fa sì che il boomerang, se lanciato correttamente, segua un percorso circolare o ellittico che lo riporta al punto di partenza.
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- Cultura generale in pillole -
La pareidolia: quando la nostra mente vede volti dove non ce ne sono
Hai notato come il nostro cervello tenda a vedere volti in oggetti inanimati, come nuvole, montagne o anche nella disposizione delle finestre di un edificio? Se ti è mai capitato qualcosa del genere, hai sperimentato la pareidolia.
La pareidolia è un fenomeno per cui il nostro cervello interpreta stimoli vaghi o casuali come forme riconoscibili e significative. In altre parole, vediamo volti, animali o oggetti familiari dove in realtà ci sono solo forme astratte o pattern casuali.
Perché il nostro cervello si comporta così?
La pareidolia è comune a tutte le culture e a tutte le età. Infatti è un tratto evolutivo che ci ha aiutato a sopravvivere in un ambiente pieno di pericoli. Riconoscere rapidamente un volto amico o un predatore nascosto tra le foglie poteva fare la differenza tra la vita e la morte.
Così il cervello si è evoluto per riconoscere un volto con informazioni minime. Solo che questa rapidità nel riconoscimento porta anche a “falsi positivi”. Il cervello preferisce avere una risposta, anche se sbagliata, piuttosto che rimanere nell’incertezza. Questo meccanismo è alla base della pareidolia.
Ed ecco che vediamo volti dove non ce ne sono, come un sorriso nella mascherina di un’auto, una figura umana nel profilo di un’isola, un volto tra le nuvole.
La pareidolia è un esempio affascinante di come il nostro cervello lavori costantemente per dare un senso al mondo intorno a noi, anche quando quel senso codificato dal cervello non esiste realmente.
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- Cultura generale in pillole -
L’origine della parola “Mentore”
Hai mai avuto qualcuno nella tua vita che ti ha guidato, consigliato e sostenuto nel tuo percorso di crescita? Forse lo hai chiamato “mentore”. Ma ti sei mai chiesto da dove proviene questa parola e perché la usiamo in questo modo?
Il personaggio di Mentore nell’Odissea
L’origine della parola “mentore” risale alla mitologia greca, in particolare all’Odissea di Omero. Nella narrazione, Mentore è un anziano amico fidato del re di Itaca, Ulisse.
Quando Ulisse parte per la guerra di Troia, affida a Mentore la cura del suo regno e, soprattutto, l’educazione di suo figlio Telemaco. Il ruolo di Mentore è quello di consigliere e guida, assicurandosi che Telemaco cresca con i valori e le conoscenze necessarie per diventare un degno successore del padre.
La dea Atena e l’assunzione dell’identità di Mentore
Un elemento affascinante del mito è l’intervento della dea Atena, la divinità della saggezza e della strategia. Preoccupata per il futuro di Telemaco e desiderosa di aiutarlo, Atena assume spesso le sembianze di Mentore per interagire direttamente con il giovane.
Attraverso i consigli saggi e le esortazioni, Atena (come Mentore) guida Telemaco nel suo viaggio per cercare il padre. Lo aiuta a crescere, affrontare le sfide e assumere il ruolo di principe, rafforzando ulteriormente il ruolo di Mentore.
Dal personaggio al concetto
Grazie al mito greco, Mentore diventa simbolo di saggezza, guida e sostegno. Durante il Rinascimento e l’Illuminismo, l’interesse per la letteratura classica porta a una riscoperta e valorizzazione dei miti greci e latini, incluse le vicissitudini di Mentore e Telemaco.
In particolare il termine “mentore” diventa popolare con il romanzo “Les Aventures de Télémaque” (Le avventure di Telemaco) scritto nel 1699 da Fénelon, un arcivescovo francese. Il libro, che funge da guida morale e educativa, enfatizza il ruolo di Mentore come precettore ideale.
Da quel momento, “mentore” inizia a essere utilizzato per antonomasia per descrivere una persona di riferimento che offre guida, consigli e supporto a qualcuno meno esperto, tipicamente in un contesto educativo o professionale.
Fine!
P.S. La risposta corretta della domandina è… 🥁🥁🥁
d) Circa 500
Il consumo effettivo può variare a seconda del tipo di rubinetto, della pressione dell’acqua e di eventuali dispositivi di risparmio installati. Tuttavia la portata plausibile è intorno agli 8 litri al minuto, corrispondenti a 480 litri un un’ora.