Esiste un’infrastruttura che in pochi conoscono e che collega i continenti attraverso gli oceani: si tratta della rete dei cavi sottomarini.
Grazie ai cavi sottomarini possiamo utilizzare servizi online aventi sede in tutto il mondo, visitare siti web, navigare sui social, telefonare, mandare messaggi e foto in tempo reale alle persone ovunque esse siano.
In pratica è grazie a loro che possiamo dare per scontato il funzionamento di internet!
Che cosa sono i cavi sottomarini
I cavi sottomarini per le telecomunicazioni sono proprio quello che ti aspetti dal loro nome… fili posati sul fondo del mare che consentono la trasmissione di dati.

Questi sorprendenti cavi sono concepiti per rimanere operativi per decenni in un luogo inospitale come il fondale degli oceani. Il loro rivestimento è progettato per resistere alla pressione dell’acqua, alle intemperie marine, a eventuali attacchi da parte della fauna e alle calamità naturali, come i terremoti.
Il 97% del traffico dati mondiale passa attraverso i cavi sottomarini!
I cavi sottomarini sono fondamentali per il funzionamento di internet e delle telecomunicazioni in generale. Nonostante viviamo in una società sempre più “wireless”, le prestazioni dei cavi rimangono ineguagliabili per portata dei dati trasferiti, stabilità della trasmissione, rapidità nel coprire lunghe distanze.
Vedremo più avanti come le maggiori società tecnologiche del mondo investono direttamente nella posa di cavi di proprietà per garantire l’efficienza dei propri servizi digitali.
Quando è stato posato il primo cavo sottomarino?
I cavi per le telecomunicazioni di ultima generazione sono in fibra ottica, ma la loro storia inizia con i collegamenti del telegrafo, l’antenato di tutti gli strumenti di comunicazione in tempo reale.
Il primo cavo sottomarino per il telegrafo venne posato nel 1850, tra Inghilterra e Francia. Dopo alcuni tentativi più o meno fruttuosi, nel 1866 arriverà anche il primo collegamento oceanico, con la posa di un cavo tra Irlanda e Canada.
Quanti cavi ci sono oggi?
Attualmente, nei fondali degli oceani sono presenti circa 450 cavi sottomarini che coprono una distanza complessiva di 1,3 milioni di km, ovvero più di tre volte la distanza che separa la Terra dalla Luna.
In realtà queste cifre potrebbero essere prudenziali: la rete di cavi sottomarini è una componente critica dell'infrastruttura globale di internet e le informazioni specifiche su alcuni cavi potrebbero non essere disponibili al pubblico per motivi di sicurezza.

La domanda di cavi sottomarini è in crescita perché trainata dalle nuove tendenze della tecnologia (digitalizzazione dei servizi, rete 5G, internet of things, etc.) che aumentano la richiesta di dati da trasferire intorno al mondo.
Come si posano i cavi sottomarini?
Il processo di posa dei cavi è abbastanza complesso e coinvolge navi specializzate, robot subacquei e interi team di ingegneri esperti.
Inizialmente, viene effettuata una mappatura dettagliata del fondale marino per individuare la traiettoria migliore per i cavi.
Successivamente, le navi da posa “srotolano” i cavi sul fondale seguendo la traiettoria prevista e utilizzando robot subacquei per mantenere il cavo in posizione mentre viene fissato al fondo marino.
Una volta posati i cavi, l’intera infrastruttura viene testata per garantire che funzioni correttamente e possa trasmettere dati in modo affidabile attraverso le lunghe distanze degli oceani.
Chi possiede i cavi sottomarini per le telecomunicazioni?
Ora che sai come funzionano i cavi sottomarini e addirittura come vengono posati, ti starai chiedendo chi decide di investire per installarli.
Tipicamente i cavi sottomarini sono sviluppati e gestiti da aziende di telecomunicazione, secondariamente da centri di ricerca e governi. Tuttavia negli ultimi anni abbiamo assistito all'ingresso nel settore di colossi tecnologici, desiderosi di sviluppare una propria infrastruttura di trasmissione dati. Tra i più noti figurano nomi come Google, Facebook, Amazon e Microsoft.
Il cavo Curie di Google
Se pensi che Google sia solo un motore di ricerca, il progetto “Curie” ti farà sicuramente ricredere.
Il cavo Curie è un esempio di quanto la società proprietaria di Google sia impegnata nell'espansione della sua rete di infrastrutture hardware a livello globale.
Il cavo si estende per oltre 10.000 chilometri, dalla costa occidentale degli Stati Uniti al Cile. Fornisce la connettività per i servizi cloud di Google e inoltre è in grado di monitorare terremoti e maremoti nella regione che attraversa, con finalità di ricerca.
Conoscevi l’esistenza dei cavi sottomarini? A proposito, molto probabilmente anche la newsletter che hai appena concluso è arrivata nel tuo pc/smartphone grazie a loro!