“Credo che uno dei grandi errori attuali sia quello di cercare una singola soluzione, ad esempio far guidare a tutti un'auto elettrica o far installare fotovoltaico o energia eolica a tutti. Invece, credo che dovremmo ripartire da un approccio tecnologicamente neutrale molto serio. Ci sono molte altre cose che possono essere fatte utilizzando biocarburanti, carburanti sintetici, energia nucleare. Non dovremmo restare vincolati a una singola soluzione. Non esiste una soluzione miracolosa per il cambiamento climatico.”
Roberto Cingolani - Fisico, A.D. di Leonardo, ex Ministro per la Transizione Ecologica.
Ormai da diverse decine di anni i combustibili fossili sono considerati una fonte primaria di emissioni nocive per l’ambiente. Allo stesso tempo però, il loro utilizzo è fondamentale per le attività umane. Trovare delle alternative è una delle sfide del nostro secolo.
Tra le possibili soluzioni vi è l’ipotesi di sviluppare dei nuovi carburanti, prodotti non più dalla raffinazione del petrolio, bensì da processi più sostenibili. Si tratta dei cosiddetti biocarburanti.
Se ci pensi, utilizzare un carburante sostenibile consentirebbe di mantenere abitudini e tecnologie molto simili a quelle attuali. Così si otterrebbe una transizione energetica meno impattante, quindi più semplice da diffondere e più accessibile a tutta la popolazione mondiale.
Oggi conosceremo meglio questa alternativa energetica, e scopriremo che la rivoluzione silenziosa ha già avuto inizio: vedremo infatti che i biocarburanti sono già presenti nei serbatoi delle nostre autovetture.
Ma partiamo dall’inizio.
Cos’è un biocarburante?
I biocarburanti sono una categoria di combustibili ottenuti da fonti rinnovabili, come biomasse vegetali o alghe.
Contribuiscono a ridurre la dipendenza dal petrolio e le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Possono infatti essere utilizzati in diversi settori, come il trasporto su strada, l'aviazione e l'industria marittima.
I principali biocarburanti sono il bioetanolo e il biodiesel, ma ce ne sono di diverse tipologie.
Il bioetanolo viene prodotto attraverso la fermentazione di materie prime vegetali ad alto contenuto di zuccheri o amidi, come il mais, la canna da zucchero o le patate.
Il biodiesel viene estratto da oli vegetali o grassi animali tramite una specifica reazione chimica (la trans-esterificazione).
Entrambi possono essere utilizzati in maniera diretta o miscelati con i combustibili fossili (il bioetanolo con la benzina, il biodiesel con il gasolio) offrendo una soluzione più sostenibile per il settore dei trasporti.
Punti di forza dei biocarburanti rispetto ai combustibili fossili
🌱 Sostenibilità
I combustibili fossili sono una risorsa non rinnovabile, destinata ad esaurirsi nel tempo.
I biocarburanti invece sono una fonte di energia rinnovabile, poiché vengono prodotti da piante, alghe e scarti organici. Con una buona pianificazione delle risorse, la produzione di biocarburanti è ecologica e sempre possibile.
⚛️ Neutralità carbonica
Come accade per i combustibili fossili, anche durante la combustione dei biocarburanti vengono rilasciati gas serra, in primis la CO2 (anidride carbonica).
Tuttavia, con la dovuta approssimazione, possiamo dire che in realtà la quantità di gas serra in atmosfera non aumenta, perché la CO2 rilasciata dai biocarburanti è equivalente a quella assorbita dalla pianta o dall’organismo di origine durante la sua crescita.
Quando il bilancio di CO2 in atmosfera è pari a zero si parla di neutralità carbonica (CO2 rilasciata nell’atmosfera con la combustione = CO2 assorbita dall’atmosfera per la crescita delle piante).
Invece i combustibili fossili rilasciano la CO2 originariamente presente nel petrolio e che sarebbe rimasta “sotto terra” se non ci fosse stato l'intervento umano. Di conseguenza, l'utilizzo dei combustibili fossili immette nuova CO2 nell'atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico.
Vantaggi geopolitici e sociali
L'uso dei biocarburanti può anche ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati, garantendo una maggiore sicurezza energetica per i Paesi, che possono quindi diversificare maggiormente le proprie fonti energetiche.
In molte regioni del mondo, la produzione di biocarburanti ha anche un impatto positivo sulla sicurezza alimentare, poiché promuove la coltivazione di piante che possono essere utilizzate sia per la produzione di biocarburanti che per scopi alimentari.
I punti critici dei biocarburanti
Nonostante i vantaggi, è importante considerare anche gli aspetti critici e le sfide associate ai biocarburanti:
costi di produzione ancora poco convenienti
potenziali conflitti tra la produzione di biocarburanti e la produzione alimentare
consumo di acqua
possibili impatti ambientali legati alla deforestazione.
Nel tentativo di superare tutti questi punti critici sono nate diverse generazioni di biocarburanti, ognuna sempre più vicina al risultato di diventare un carburante sostenibile e competitivo nella sfida lanciata al petrolio.
Biocarburanti di prima, seconda e terza generazione
1️⃣ La prima generazione di biocarburanti comprende quelli prodotti da colture alimentari tradizionali come mais, canna da zucchero e colza.
Questi biocarburanti sono stati ampiamente utilizzati finora, ma non convincono del tutto per i potenziali conflitti tra la produzione di biocarburanti e quella alimentare.
2️⃣ Pertanto, la ricerca si è concentrata sulla seconda generazione di biocarburanti, che sono prodotti da biomasse non alimentari come scarti agricoli, paglia e legno.
Questi biocarburanti di seconda generazione offrono un'alternativa più sostenibile, in quanto utilizzano materiali che altrimenti verrebbero scartati e non interferiscono con le colture alimentari.
3️⃣ Infine, la terza generazione di biocarburanti è rappresentata dai biocarburanti avanzati, prodotti da microorganismi come alghe e batteri.
Questi biocarburanti hanno il vantaggio di poter essere coltivati in ambienti non competitivi con l'agricoltura e hanno un alto potenziale di resa.

La produzione dei biocarburanti
Per capire quali sono le proporzioni del fenomeno di cui stiamo parlando, vediamo un po’ di dati: la produzione globale di biocarburanti è aumentata all’incirca di 10 volte in 20 anni, passando da 187 mila barili al giorno nel 2000 a 1,75 milioni di barili al giorno nel 2021.
I maggiori produttori di biocarburanti
🇧🇷 Il Brasile è uno dei paesi leader nella produzione di biocarburanti, grazie alla sua vasta produzione di bioetanolo derivato dalla canna da zucchero. Attuando politiche energetiche mirate, il Brasile è stato in grado di creare un'industria solida e una rete di distribuzione efficiente per il bioetanolo, rendendolo una parte significativa del mix di carburante nel paese. Non a caso l’azienda più importante al mondo nella produzione di biocarburanti è brasiliana: si chiama Cosan.
🇺🇸 Gli Stati Uniti sono uno dei maggiori produttori di bioetanolo al mondo, principalmente prodotto a partire dal mais. Secondo l'U.S. Energy Information Administration (EIA), nel 2020 sono stati prodotti ben 135 miliardi di litri di biocarburanti. Le politiche federali incentivanti e la presenza di ampie risorse di mais hanno contribuito enormemente allo sviluppo dell'industria del bioetanolo, ponendo gli Stati Uniti al secondo posto nella classifica globale dei maggiori produttori di biocarburanti.
🇪🇺 Anche l'Unione Europea nel suo complesso è attiva nello sviluppo dei biocarburanti, con politiche e direttive specifiche per promuovere l'uso di carburanti sostenibili. In particolare, paesi come la Germania, la Francia e l'Italia sono tra i principali produttori e consumatori di biodiesel nell'UE.
🇮🇹 In Italia ENI è attiva nella produzione di biocarburanti. Nelle bioraffinerie di Gela (Sicilia) e Porto Marghera (Veneto) utilizza una tecnologia proprietaria per produrre carburanti partendo dai rifiuti organici. Questo aneddoto lascia intendere ancora una volta che i biocarburanti sono una tecnologia compatibile con i principi dell’economia circolare, in cui i rifiuti diventano la materia prima di una nuova importante risorsa.
Dal distributore ⛽️
A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: come mai non vediamo mai in uso questi fantomatici biocarburanti? In realtà, i biocarburanti vengono già miscelati con i carburanti tradizionali dei nostri veicoli.
Lo puoi notare osservando l’etichetta presente sulla pistola della pompa di carburante:
la lettera indica il tipo di biocarburante (E = Etanolo, B = Biodiesel)
la cifra indica la percentuale di biocarburante presente nel prodotto erogato.
Ad esempio:
"E5" indica benzina miscelata a bioetanolo al 5%;
"B7" indica gasolio miscelato a biodiesel al 7%.
E tu ci avevi mai fatto caso?